Greta Thunberg interviene durante una manifestazione per il clima a Glasgow, nel Regno Unito, 5 novembre 2021. (Peter Summers, Getty Images)

“Non è un segreto che la conferenza di Glas­gow sul clima sia un fallimento. Dovrebbe essere ovvio che non possiamo risolvere la crisi climatica con gli stessi metodi che l’hanno provocata. E sempre di più la gente se ne sta rendendo conto. Molti si chiedono cosa serva ancora perché i potenti si sveglino. Ma sia chiaro: sono già svegli. Sanno cosa fanno e quali valori inestimabili stanno sacrificando per evitare che le cose cambino. Creano scappatoie e dispongono le cose in modo da poter continuare a trarre vantaggio da questo sistema distruttivo. Scelgono deliberatamente di continuare a permettere lo sfruttamento delle persone e della natura e la distruzione delle condizioni di vita presenti e future. La conferenza si è trasformata in un evento di pubbliche relazioni, dove i leader fanno discorsi bellissimi e annunciano splendidi obiettivi, mentre sotto la superficie i governi dei paesi del nord del mondo rifiutano ancora di agire in modo drastico. (…) Ma i fatti non mentono. Per rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi e minimizzare il rischio di scatenare delle reazioni irreversibili c’è bisogno di immediate e drastiche riduzioni delle emissioni di gas serra, diverse da qualsiasi cosa il mondo abbia visto finora. E siccome non abbiamo le soluzioni tecnologiche che da sole potrebbero ottenere un risultato anche minimamente vicino, dobbiamo cambiare nel profondo la nostra società. (…) La crisi climatica non viene dal nulla. È legata ad altre crisi e ingiustizie che risalgono al colonialismo e oltre. Crisi basate sull’idea che alcune persone valgono di più e hanno il diritto di rubare alle altre, sfruttarle e prendere le loro terre e risorse. È ingenuo pensare che potremo risolvere questa crisi senza andare alle sue radici. (…) Alcuni dicono che siamo troppo radicali, ma la verità è che quelli radicali sono loro. Combattere per salvare i sistemi da cui dipende la nostra sopravvivenza non è radicale. Invece credere che la nostra civiltà possa resistere a un aumento di 2,7-3 gradi centigradi è estremamente radicale, è pura follia”. Greta Thun­berg, Glasgow, 5 novembre 2021. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero | Abbonati