Immagini
Omar Al-Qattaa, Afp/Getty

Un posto a tavola

Gaza, Palestina
2 marzo 2025

Palestinesi riuniti intorno a un lungo tavolo tra le macerie di Tal al Hawa, un quartiere della città di Gaza, in occasione dell’iftar, il pasto che rompe il digiuno quotidiano nel mese sacro del Ramadan, cominciato il 1 marzo. Altri raduni sono stati organizzati in zone diverse della Striscia di Gaza. È il secondo Ramadan che gli abitanti della Striscia celebrano da quando Israele ha lanciato la sua offensiva militare nel territorio dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il primo l’hanno passato sotto le bombe. Quest’anno è in vigore un cessate il fuoco diventato più fragile dopo la scadenza della prima fase, il 1 marzo. Israele esige una “smilitarizzazione totale” della Striscia e ha bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio.

NurPhoto/Getty

Sotto pressione

Atene, Grecia
28 febbraio 2025

Una folla di manifestanti davanti alla sede del parlamento greco in piazza Syntagma, ad Atene. Centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro il governo in diverse città del paese nel secondo anniversario dell’incidente ferroviario di Tempe, costato la vita a 57 persone. I principali sindacati hanno indetto uno sciopero generale che ha bloccato i trasporti in tutta la Grecia. Il 4 marzo il parlamento ha approvato l’istituzione di una commissione d’inchiesta su Christos Triantopoulos, allora ministro della protezione civile.

Olympia De Maismont, Afp/Getty

La scuola non si tocca

Jos, Nigeria
27 febbraio 2025

Un gruppo di alunni in uniforme nelle strade di Jos, una città della Nigeria centrale. In questo paese di 230 milioni di abitanti, diviso tra il nord musulmano e il sud cristiano, ha fatto discutere la decisione dei governatori di quattro stati del nord di chiudere le scuole per cinque settimane durante il Ramadan, cominciato il 1 marzo. La misura, adottata per la prima volta, ha suscitato preoccupazione tra i genitori, i sindacati studenteschi e le autorità cristiane, che denunciano la discriminazione dei non musulmani e temono un aumento dell’abbandono scolastico.

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