JoAnne Deborah Byron è nata alla fine degli anni quaranta a Flushing, quartiere a nord di New York nell’area degradata del Queens. Nonostante le difficoltà, grazie al supporto di una zia frequenta il college, dove diventa attivista per i diritti civili e prende il nome di Assata Shakur, abbandonando il vecchio cognome “da schiava”. La sua passione politica la porta a unirsi prima alle Black panther e poi al più radicale movimento Black liberation army. Nonostante il maschilismo imperante nell’organizzazione, Assata comincia subito a partecipare alle attività armate, come rapine in banca per autofinanziarsi, furti ai danni di spacciatori e assalti a veicoli della polizia o a beni del governo. Dopo l’arresto del capo del movimento, Assata diventa la leader del gruppo e coordina una serie di attacchi, o almeno di questo l’accusano la polizia e l’Fbi. Il 2 maggio del 1973 Shakur viene coinvolta in una sparatoria in New Jersey, nella quale muore un agente di polizia. Viene arrestata e condannata all’ergastolo, ma quattro anni dopo sarà fatta evadere dai vecchi compagni e vivrà il resto della sua vita a Cuba. La prima stagione di Black history, for real si concentra sulla biografia delle protagoniste femminili delle Black panther, come la zia di Tupac Shakur o Elaine Brown, unica donna a guidare l’organizzazione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati