All’inizio della seconda guerra mondiale il re di Bulgaria, Boris III, è con le spalle al muro. Per il suo paese vorrebbe una neutralità sul modello svizzero, ma si ritrova i tedeschi a nord, sul confine con la Romania, e gli italiani a sud, sul fronte greco. Rassicurato dal trattato di non belligeranza che Adolf Hitler ha firmato con l’Unione Sovietica, condizionato dalle origini tedesche della sua famiglia e sedotto dalla proposta di riottenere i territori persi durante la grande guerra, il re firma un patto con Germania, Italia e Giappone. Quando però Hitler comincia a chiedere di deportare gli ebrei di Macedonia e di Bulgaria, re Boris fa partire un pericoloso gioco delle tre carte con il Führer per non assecondare le sue richieste: prima finge di aver bisogno degli ebrei per costruire nuove linee ferroviarie, poi li fa scappare dai centri abitati, sorvegliati dalla Gestapo, e li fa nascondere nelle campagne. Nell’estate del 1943, di ritorno da un ultimo tesissimo incontro con Hitler, re Boris si ammala e muore di quello che si scoprirà essere stato un inspiegabile avvelenamento da morso di cobra. A più di ottant’anni dalla morte, la giornalista britannica Becky Milligan cerca di scoprire chi potrebbe aver ucciso il sovrano, tra sospetti che coinvolgono sia Adolf Hitler sia Winston Churchill, in un’avvincente commistione fra true crime e documentario storico. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati