I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Certo, Giorgia Meloni ha preso le distanze dalle leggi razziali del 1938, definendole “un’ignominia”. Ma l’avete mai sentita dire una sola parola critica sul padre di queste leggi, Benito Mussolini? La presidente del consiglio non ne sente il bisogno per il semplice fatto che, come dice Aldo Cazzullo, in Italia l’antifascismo ha sostanzialmente perso. Ma le sue ragioni sono ancora valide, come l’autore dimostra in Mussolini il capobanda. È un libro di parte, basato sul presupposto che il fascismo non è altro che un’associazione a delinquere dedita a commettere crimini dalla nascita dello squadrismo nel 1919 all’ingloriosa fine della repubblica di Salò nel 1945. Potremmo anche dire: è un libro partigiano che ha dalla sua fatti e cifre difficilmente confutabili, dalla sistematica persecuzione degli antifascisti alle guerre criminali (Libia, Abissinia, Spagna e quella al fianco di Hitler), dalle leggi razziste – come le chiama giustamente Cazzullo – alla guerra contro i partigiani, e spesso anche contro la popolazione civile. Questo libro sarebbe utilissimo non solo a Giorgia Meloni ma a tutti quanti volessero farsi un quadro d’insieme del bilancio funesto della parabola violenta degli anni di terrore firmati da Benito Mussolini. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1493 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati