Europa

Liz Truss resta in bilico

Sean Smith, Getty

A poco più di un mese dall’insediamento a Downing street, la premier britannica Liz Truss (nella foto) è in grande difficoltà e la sua leadership è appesa a un filo. Dopo la marcia indietro sulla manovra economica correttiva, che prevedeva tagli alle tasse sui redditi più alti finanziati in deficit, Truss ha rimosso il ministro delle finanze Kwasi Kwarteng, sostituito da Jeremy Hunt, e si è scusata con gli elettori, affermando però di voler restare in carica. Appena assunto l’incarico, Hunt ha annunciato il ritiro del piano economico della premier, che ora dovrà affrontare la ribellione dei suoi stessi compagni di partito, scrive la Bbc. La maggioranza dei deputati conservatori sembra infatti determinata a spingere Truss alle dimissioni, magari attraverso una mozione di sfiducia. ◆

Il nucleare non si ferma

Christof Stache, Afp/Getty

Le ultime tre centrali nucleari tedesche resteranno in servizio fino al 15 aprile 2023 per scongiurare la possibilità che il calo delle importazioni di gas dalla Russia provochi una crisi energetica durante l’inverno. Dopo mesi di dibattito, scrive la Süddeutsche Zeitung, il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha infine deciso di ignorare l’opposizione dei Verdi, suoi alleati di governo, che avrebbero voluto mantenere in funzione solo due impianti. In base al piano per l’abbandono del nucleare approvato dopo l’incidente di Fukushima nel 2011, tutte le centrali tedesche avrebbero dovuto essere chiuse entro la fine del 2022.

La censura diventa legge

Il 13 ottobre il parlamento turco ha approvato la legge sulla disinformazione, che introduce controlli più rigidi sui siti internet e sui social network e punisce con pene fino a tre anni di carcere chi diffonde notizie false in materia di sicurezza, ordine pubblico e salute. Secondo Ahval questo provvedimento, ribattezzato “legge sulla censura” dall’opposizione, equipara la Turchia a paesi come la Russia e la Birmania.

I gay sotto attacco

La sera del 13 ottobre un ragazzo di 19 anni ha ucciso a colpi di pistola due uomini fuori da un bar gay a Bratislava. Dopo l’omicidio ha postato messaggi omofobi su internet e si è suicidato. “Per decenni in Slovacchia il linguaggio pubblico è stato avvelenato dall’odio, che poi inevitabilmente si trasforma in crimini e violenze se nessuno gli mette un freno”, commenta il giornale online Dennik N. “È arrivato il momento di parlare apertamente dell’omofobia, che per certi versi in questo paese è una specie di dottrina di stato”. Gli omicidi di Bratislava hanno in effetti innescato un dibattito pubblico sulla tutela e i diritti della comunità lgbt, e il paese è tornato a discutere delle unioni tra persone dello stesso sesso. “La prima proposta di legge in materia fu presentata nel 2001”, scrive il quotidiano Pravda. “Con l’ingresso nell’Unione europea, nel 2004, molte cose sono migliorate. Ma su questo tema non si è fatto neanche un passo avanti. Se però siamo riusciti a garantire i diritti delle minoranze etniche, non c’è motivo per cui non dovremmo fare lo stesso con quelle sessuali”.

Ostaggio della destra

Jonathan Nackstrand, Afp/Getty

Il 17 ottobre il parlamento svedese ha approvato la nomina a primo ministro di Ulf Kristersson ( nella foto ). Il leader dei Moderati guiderà un governo di minoranza formato anche da Cristianodemocratici e Liberali, che conterà sull’appoggio esterno dei Democratici svedesi (Sd, estrema destra). Dopo un mese di difficili negoziati, Kristersson è riuscito a convincere l’Sd, che alle elezioni dell’11 settembre era risultato la prima forza del campo conservatore, a restare fuori dal governo, come chiedevano gli altri partiti della coalizione. In cambio dovrà però concedergli un’influenza decisiva su temi cruciali come l’immigrazione e l’ordine pubblico. “Kristersson sarà costantemente ostaggio dell’estrema destra. Il suo governo sarà ancora più fragile del previsto”, commenta Aftonbladet.

Grecia Novantadue migranti sono stati ritrovati nudi sulle sponde del fiume Evros, al confine con la Turchia. Le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine sull’episodio.

Turchia Almeno 41 persone sono morte in un’esplosione nella miniera di carbone di Amasra, di proprietà dello stato.

Unione europea La Commissione europea ha rimandato al 2023 la sua proposta di riforma del regolamento Reach, che avrebbe dovuto vietare migliaia di sostanze chimiche pericolose.

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1483 - 21 ottobre 2022
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