09 aprile 2021 15:29
  • “Il covid-19 ha brutalmente smascherato e approfondito la disuguaglianza sia all’interno sia tra i paesi, e ha evidenziato lo sbalorditivo disprezzo dei nostri leader per l’intera umanità. Decenni di politiche divisive, misure di austerità sbagliate e scelte di non investire in infrastrutture pubbliche fatiscenti, hanno lasciato troppe persone in balìa di questo virus “, ha detto Agnès Callamard, nuova segretaria generale di Amnesty international, presentando l’ultimo rapporto dell’ong. Il “devastante peso” della pandemia è stato scaricato sugli ultimi, ha peggiorato la già precaria situazione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in molti paesi intrappolandoli in campi profughi, tagliando rifornimenti vitali o intensificando i controlli alle frontiere. C’è stato un marcato aumento della violenza di genere e domestica causato dalle restrizioni della libertà di movimento e dal venir meno di una rete di supporto per le vittime costrette e isolate con i loro carnefici. Molti leader hanno visto nella pandemia un’opportunità per rafforzare il proprio potere: così è stato attaccato il diritto alla libertà di espressione, per esempio perseguendo chi aveva pubblicato notizie o commenti sui social network riguardo le risposte del governo alla pandemia e lanciando accuse di aver diffuso “false notizie”; le forze di polizia e di sicurezza sono state autorizzate a usare la forza per reprimere manifestazioni e proteste e a compiere operazioni “antiterrorismo” nelle case degli attivisti per i diritti civili; le minoranze religiose sono state represse; nuove leggi sulla sicurezza nazionale che legittimano la repressione per motivi politici sono state approvate. Si è fermata la cooperazione internazionale, come risulta evidente dalla diseguale fornitura dei vaccini nelle diverse aree del mondo e dalla decisione di non annullare completamente il debito dei paesi più poveri, ma solo di sospenderlo e di rimandare il pagamento degli interessi. In un anno tanto difficile le persone hanno però avuto la forza di unirsi com’è accaduto al movimento Black lives matter negli Stati Uniti, alle proteste #End sars in Nigeria e agli scioperi virtuali per il clima. Il rapporto sottolinea inoltre importanti vittorie ottenute nel 2020, come la nuova legislazione per contrastare la violenza contro donne e ragazze in Kuwait, Corea del Sud e Sudan e la depenalizzazione dell’aborto in Argentina, Irlanda del Nord e Corea del Sud.
  • Negli Stati Uniti, dove si registra ancora una media di 60mila nuovi contagi giornalieri, preoccupa la variante B 1.1.7, individuata inizialmente nel Regno Unito e diventata ormai dominante. Cinquanta stati della federazione si sono perciò impegnati ad aprire le vaccinazioni alla popolazione sopra i 16 anni dal 19 aprile, nel tentativo di arginare la tendenza delle persone, affaticate dai lockdown, di non rispettare le misure di distanziamento e di abbandonare troppo presto l’uso della mascherina.
  • Su ordine del giudice della corte suprema brasiliana Luís Roberto Barroso, il senato si prepara ad aprire un inchiesta per valutare “eventuali omissioni” del governo del presidente Jair Bolsonaro nella gestione della pandemia. La richiesta era stata presentata da 32 degli 81 senatori, e l’inchiesta si concentrerà in particolare sullo stato di Amazonas e sulla sua capitale Manaus, dove a gennaio sono morte decine di persone malate di covid a causa della mancanza di bombole di ossigeno negli ospedali. La situazione in Brasile è quanto mai drammatica: l’8 aprile sono stati registrati 4.249 morti in un giorno, portando il totale a 345.025 decessi dall’inizio della pandemia. Nel paese di 212 milioni di abitanti, i contagi registrati dal febbraio 2020 sono 13,2 milioni.
  • In Cile aumentano i ricoveri in terapia intensiva di pazienti di meno di 39 anni, il cui numero ha superato quello delle persone di più di 70 anni, ha detto il ministro della salute Alfredo Dougnac. Un dato che può essere spiegato da un lato con il fatto che finora sono quasi tre milioni le persone di più 60 anni vaccinate, e dall’altro con l’aumento della circolazione delle varianti, un fattore che ha spinto le autorità a reintrodurre nuove misure per cercare di frenare la diffusione dei contagi. Il sito del ministero degli esteri italiano, Viaggiare sicuri, scrive, tra le altre notizie, che dal 5 aprile e fino alla fine del mese sono chiuse le frontiere agli stranieri non residenti; è in vigore il coprifuoco dalle 21 alle 5 del mattino, “gli spostamenti all’interno del paese tra le regioni sono limitati e le persone devono essere munite di un passaporto sanitario da ottenere su www.c19.cl. Alcuni territori, comuni o anche solo sezioni di quartieri sono soggetti a quarantena. Poiché i provvedimenti di quarantena subiscono continue revisioni, si raccomanda di verificare direttamente sul sito del governo quali aree sono sottoposte a quarantena e per quanto tempo, nel quadro del piano governativo ‘Passo a passo’”, introdotto il 18 luglio del 2020. L’8 aprile c’è stato un nuovo picco di infezioni giornaliere, con 8.195 nuovi casi, e 3.044 persone ricoverate in terapia intensiva.
  • Le autorità sanitarie di Hong Kong hanno chiesto all’AstraZeneca di sospendere le consegne del suo vaccino anticovid, ha annunciato la ministra della sanità, Sophia Chan Siu-chee, spiegando che il territorio sta valutando l’uso di altri vaccini più efficaci contro le varianti. Il governo aveva ordinato 7,5 milioni di dosi e un primo lotto era atteso nella seconda metà dell’anno. “Vogliamo evitare sprechi perché i vaccini scarseggiano a livello globale”, ha detto Chan. Finora hanno ricevuto la prima dose (della Pfizer o della Sinovac) 529mila persone, su 7,5 milioni abitanti. I contagi finora sono stati undicimila e 205 i decessi.
  • Il territorio britannico di Gibilterra, al confine con la Spagna, è uno dei primi al mondo ad aver vaccinato da gennaio l’85 per cento della popolazione di 34mila persone, con dosi della Pfizer e dell’AstraZeneca. Le persone vaccinate ricevono un pass vaccinale che può essere usato per viaggiare o assistere a eventi pubblici. Lo stadio Victoria ha appena accolto 600 spettatori vaccinati per una qualificazione calcistica, e il 27 marzo 500 persone avevano assistito a un incontro di box in un palazzetto dello sport. In entrambi i casi l’ingresso è stato consentito solo presentando anche un test negativo al virus. Gibilterra ha registrato 4.277 casi (dal 27 marzo ne ha avuti tre nuovi) e 94 morti.
  • La somministrazione del vaccino dell’AstraZeneca continua a essere al centro dell’attenzione in diversi paesi del mondo, mentre scienziati e autorità sanitarie indagano sulla possibilità di una correlazione tra il farmaco e casi di tromboembolia. Nel Regno Unito, le persone tra i 18 e i 29 anni, senza problemi di salute, potranno essere vaccinate con farmaci alternativi a quello dell’AstraZeneca, ha annunciato il comitato governativo per le vaccinazioni (Jcvi). Nel paese sono state somministrate 20 milioni di dosi del farmaco, sono stati registrati 79 casi di rari emboli del sangue, di queste venti sono morte. In Francia le nuove somministrazioni saranno solo per chi ha più di 55 anni, mentre chi ha già ricevuto la prima dose potrebbe ricevere la seconda di un’altra azienda. In Australia, dov’è attiva anche la produzione locale su licenza, il governo ha raccomandato di somministrare il vaccino dell’AstraZeneca solo a chi ha più di 50 anni e di preferire quando possibile il farmaco della Pfizer per chi è al di sotto di questa età, mentre chi ha già ricevuto la prima dose proseguirà con lo stesso farmaco. In Belgio, per il momento, le nuove somministrazioni saranno destinate alle persone sopra i 55 anni e in Italia a quelle sopra i 60 anni, così come in Spagna e nei Paesi Bassi, mentre in Finlandia e in Svezia si partirà dai 65 anni in su. In quasi tutti i paesi, chi ha già ricevuto la prima dose di un tipo di vaccino potrà ricevere la seconda dello stesso farmaco.
  • Nell’Unione europea le dosi dell’AstraZeneca finora somministrate sono 34 milioni e l’Agenzia europea di regolazione del farmaco (Ema) ha dichiarato di aver ricevuto dall’inizio di aprile 169 segnalazioni di rari eventi di trombosi cerebrale, spiegando che si tratta di effetti collaterali molto rari e indicando “agli operatori sanitari e alle persone che ricevono il vaccino di rimanere consapevoli della possibilità che casi molto rari di coaguli di sangue combinati con bassi livelli di piastrine nel sangue si verifichino entro due settimane dalla vaccinazione”.
  • Il ministro della salute tedesco Jens Spahn ha dichiarato che alla Germania serve un sistema di misure nazionali per contrastare il prima possibile la nuova ondata di contagi registrata nel paese (più di 25mila l’8 aprile) e per gestire i reparti di terapia intensiva dove al momento si trovano ricoverate 4.500 persone. I contagi nel paese sono stati finora in totale 2.956.316 e le morti per covid 78.003. Spahn ha dichiarato di voler aprire dei colloqui con la Russia, riguardo alla fornitura del vaccino Sputnik, precisando che comunque, se si trovasse un accordo, sarebbe somministrato solo dopo aver ricevuto l’approvazione dell’Ema.
  • Il Serum institute, che in India produce vaccini su licenza dell’AstraZeneca e della Novavax, è in ritardo con la consegna delle dosi al programma di distribuzione dei vaccini Covax, creato dall’Organizzazione mondiale della sanità, a causa delle restrizioni imposte dal governo Modi alle esportazioni delle dosi, ora che il paese affronta un nuovo, consistente aumento dei contagi (una media di 90mila al giorno dal 1 aprile). Nel paese asiatico vivono 1,35 miliardi di persone e i contagi sono stati finora 13 milioni, con 167mila morti. L’agosto scorso il governo aveva annunciato di voler vaccinare 300 milioni di abitanti più fragili, e ultimamente ne ha aggiunti altri cento milioni, aumentando la pressione sull’azienda farmaceutica per la fornitura interna. I ritardi nelle consegne al Covax mettono a rischio le campagne di 190 paesi in tutto il mondo. L’India finora ha esportato 64,5 milioni di dosi e, al momento, sono state somministrate 90 milioni di dosi.
  • Nelle Filippine, una settimana dopo l’imposizione di un lockdown che tiene in casa 24 milioni di persone (tranne chi svolge lavori essenziali) tra Manila, la capitale e quattro regioni confinanti, la situazione negli ospedali è in continuo aggravamento. È occupato il 70-80 per cento dei posti letto per i pazienti covid e le terapie intensive sono quasi al 100 per cento della capienza in molti ospedali della capitale. Jaime Almora, presidente dell’Associazione ospedaliera filippina, ha spiegato che manca però anche il personale, che in tanti casi ha preferito dimettersi per paura del virus, o emigrare dove a parità di rischio i salari sono più alti. Gli scarsi rimborsi governativi hanno inoltre scoraggiato le piccole strutture sanitarie dall’accogliere pazienti covid. Le Filippine (108,1 milioni di abitanti) finora hanno avuto 828mila contagi. Le autorità sanitarie hanno approvato per l’uso quattro vaccini (Pfizer, Coronavac, AstraZeneca e Sputnik V) e le dosi somministrate fino al 6 aprile sono circa 870mila. Il presidente Rodrigo Duterte, criticato per la gestione della pandemia e delle vaccinazioni, e che ha lasciato alla polizia il permesso di reprimere con la forza qualunque forma di dissenso o di violazione delle norme antipandemia, ha annunciato che per il paese si annunciano “mesi tristi”.
  • Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato che le scuole del paese non ricominceranno le lezioni in presenza il 19 aprile ma il 10 maggio, aggiungendo di aspettarsi che entro il 19 aprile saranno vaccinate 3,5 milioni di persone, su una popolazione di dieci milioni di abitanti.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it