03 marzo 2006 14:16

Con un autoblindo su un vaporetto dirottato, un commando di terroristi padani aveva occupato il campanile di S. Marco, vi ricordate? Da lassù gridavano: “Italiani, fermi tutti! Siete circondati!”, e tiravano fette di polenta. A salutarli come eroi però non furono i degenti del manicomio locale ma diversi ministri, capeggiati da Bossi, che li chiamava “Serenissimi”.

E serenissimi eravamo anche noi, quando l’unico terrorismo che conoscevamo era quello a fette di polenta. Molto meno sereni sono invece oggi non solo gli italiani a Bengasi, ma anche le migliaia di soldati italiani mandati a rischiare la pelle in Afghanistan e in Iraq e i milioni di italiani che ogni giorno prendono treni e metropolitane.

Avevamo le migliori relazioni con il mondo arabo, costruite in cinquant’anni di diplomazia. Ma il governo di Mastrolindo è riuscito a rovinarle. Sono riusciti a fare dell’Italia uno dei paesi più squalificati di fronte a un miliardo di musulmani e uno dei nuovi bersagli del terrorismo islamico. Gli islamisti ce l’hanno con “tutto l’occidente”?

Allora come mai i paesi più colpiti dagli islamisti sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Spagna e la Danimarca, che hanno invaso l’Iraq con i loro soldati? Quale islamista attaccherebbe mai la Svizzera o l’Austria?

Così, la tenacia del nostro governo è riuscita a fare entrare anche l’Italia nella lista nera. Con una quarantina di morti iracheni e italiani, il nostro intervento militare in Iraq è il prezzo che Mastrolindo ci ha fatto pagare finora per ammettere le aziende italiane al grande banchetto della ricostruzione di un paese mezzo distrutto dalla coalizione di cui facciamo parte. Una strategia cinica, ma con una sua logica.

Invece non si capisce la logica che ha portato l’Italia ufficiale al primo posto nella hit parade dei paesi che insultano un miliardo di musulmani. Il secondo paese di questa hit parade è così lontano che nemmeno sappiamo quale sia. Gli Stati Uniti? Siete sicuri? Facciamo finta che Bush abbia nel suo governo un ministro importante come quello delle riforme istituzionali, un ministro di così alta levatura da essere uno dei “quattro saggi” che riscriveranno metà della costituzione del paese.

Be’, vi sembra realistico che questo ministro possa andare in televisione a scamiciarsi per mostrare una maglietta con una vignetta che offende i fedeli di una religione? Vi sembra possibile un ministro di Bush che dice, come fece un nostro ministro, “il mio maialino non vede l’ora di fare la pipì sulla moschea”? V’immaginate i deputati statunitensi della maggioranza di governo andare a versare taniche d’urina di porco su un terreno destinato a una moschea, come fece un onorevole padano?

È immaginabile che un ipotetico giornale ufficiale del partito repubblicano statunitense, diretto da uno dei più importanti ministri di Bush, pubblichi in prima pagina una vignetta con Maometto che ha una bomba nel turbante, come ha fatto La Padania, diretta da Bossi, domenica 12 febbraio? Vi sembra realistico che a un congresso i giovani repubblicani Usa possano acclamare un ministro del loro paese gridando non solo “Stati Uniti di merda” ma anche “Musulmani di merda”, come hanno fatto qualche settimana fa i giovani padani con il ministro Maroni al grido di “Italia di merda”?

Non infieriamo sul dentista Calderoli. Gli altri ministri, quelli che gli hanno assicurato piena solidarietà e con cui Mastrolindo ha dichiarato “piena sintonia”, restano. La linea di Calderoli infatti non è quella di un ubriaco pentito. È la linea del secondo partito più importante di questo governo. Diversi suoi ministri hanno chiamato più volte “nazisti rossi” magistrati e parlamentari italiani ed europei. Un ministro arringò la folla con un megafono al grido di “chi non salta italiano è”.

E poi ci sono i ministri degli altri partiti. Come Tremaglia, che fece un comunicato su carta intestata del ministero, definendo “culattoni” la maggioranza dei parlamentari europei. O il vicepresidente del consiglio Tremonti, di Forza Italia, che insieme ad altri tre ministri italiani andò a Lugano a organizzare una piazzata in cui la folla leghista cantava: “Abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il tricolore”. E soprattutto resta il capocomico, quello che questi ministri li ha scelti.

Ma allora “Merda Italia” o “Forza Italia”? Nelle moschee con l’urina di porco come i capi padani o a piedi nudi come Fini? In questo governo e tra i suoi militanti si dicono entrambe le cose. Non è la casa delle libertà? Ma sono libertà provvisorie. Ci eravamo abituati a essere governati dalle Vanne Marchi della politica, così grottesche che ci facevano solo ridere e non le prendevamo sul serio. Forse anch’io come comico ho le mie reponsabilità. Mi facevano più ridere che paura.

Ma ora è diverso. Il resto del mondo non è abituato come noi. Ora gli investitori internazionali e un miliardo di musulmani sembrano prendere sul serio le sparate dei nostri governanti. Sui loro manifesti elettorali avevano promesso: “Più sicurezza per tutti”, “L’Italia serena”. Loro si sentono addirittura “Serenissimi”. E voi? Vi sentite più sereni e più sicuri, adesso?

Questo testo è tratto dallo spettacolo Incantesimi.

Internazionale, numero 631, 3 marzo 2006

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