07 luglio 2018 10:03

Seconda puntata di un articolo in due parti. Prima parte.

La sera abbiamo giocato a calcio, a basket e a ping pong con gli altri bambini. Anche se hanno alle spalle storie di vita terribili (guerre, abusi sessuali, lavoro forzato, carcere, violenze), tutti i ragazzi sono felici di poter giocare insieme. Pavel è decisamente il protagonista, perché a pallone va meglio di tutti gli altri.
In campo ci sono anche tre vecchietti, tra cui io. Per sbaglio faccio un fallo a uno di loro. Ma ci mettiamo subito a ridere e continuiamo a giocare. Scalzi. Esattamente quarantott’ore più tardi, durante una cena elegante, vengo a sapere che è uno tra i più ricchi uomini svedesi.

L’albergo è sensazionale. Non sono stato mai in un posto così bello. Non è particolarmente lussuoso, ma è arredato con un gusto impeccabile e dà l’impressione di essere a casa. I proprietari sono molto alla mano e si comportano meravigliosamente con Rică e Pavel.

I bambini sono ancora un po’ stupiti per quello che stanno vivendo. Mangiano felici tutto quello che gli viene offerto. Mia nonna minacciava sempre di farmi il sedere a strisce se mi avesse scoperto a rubare qualcosa, ma allo stesso tempo mi diceva di non rifiutare mai ciò che mi veniva offerto. A quanto pare non sono stato l’unico a ricevere consigli del genere.

È tutto incredibilmente pulito e il fatto che una macchina passi a lavare le strade sembra quasi uno spreco di soldi

La mattina comincia con una passeggiata in riva al lago. Pavel è meravigliato dalle cataste di legno lasciate incustodite. È tutto incredibilmente pulito e il fatto che una macchina passi a lavare le strade sembra quasi uno spreco di soldi. È pieno di anatre, oche e cigni e c’è un silenzio incredibile.

Il castello della signora regina è pieno di quadri. Penso che forse una maggiore varietà genetica non avrebbe guastato, se non altro perché la maggior parte delle opere esposte potrebbe essere usata nelle terapie di shock. I mobili di mogano, il letto imperiale, le torri di difesa, lo stato assolutamente perfetto in cui si trova l’edificio, che ha più di cinquecento anni, lasciano i bambini a bocca aperta.

Robot e cariche pubbliche
Il protocollo è molto rigido e gli organizzatori sembrano impauriti dai gruppi di visitatori un po’ più scuretti della media, soprattutto quando ci perdiamo nelle stanze dell’enorme castello. Facciamo rapidamente amicizia con il gruppo del Sudafrica, che arriva dalla township di Città del Capo. Cantano in modo assolutamente formidabile e hanno un ritmo incredibile. Pavel è entusiasta di portare vestiti simili ai loro e del fatto che gli fanno suonare i loro djembé quando ne ha voglia. Rică è una vergogna per il suo popolo: non ha nessun senso musicale. Il giorno dopo, tuttavia, si prenderà la rivincita dimostrando di saper lavorare il legno molto meglio di tutti gli altri.

La cerimonia dura quasi un paio d’ore. La regina sembra un’ammiratrice del presidente romeno Klaus Iohannis. O forse ha solo seguito lo stesso processo di robotizzazione a quanto pare necessario per chi svolge cariche pubbliche. Quando ci consegna il premio ci facciamo delle foto con lei: il risultato è piuttosto divertente, soprattutto perché ho il premio proprio nella mano che tengo dietro alla regina. Il giorno dopo un amico gira un video favoloso in cui sembro un super figo. Lo faccio vedere agli svedesi. Anche loro si mettono a ridere a crepapelle.

Valeriu Nicolae con Rică e Pavel riceve il World’s children’s prize dalla regina di Svezia, il 19 aprile 2018. (Sofia Marcetic, Wcpf)

La sera giochiamo di nuovo insieme, nella palestra della scuola di Mariefred. È una scuola vecchia di qualche centinaio di anni, ma sembra messa molto meglio di qualsiasi istituto romeno.

Rică decide che vuole far vedere agli altri come si pesca con le mani. I bambini cominciano a mischiarsi, nonostante le difficoltà di comunicazione. Arriviamo in albergo dopo le undici di sera. Rică e Pavel hanno stampato in faccia un sorriso a 32 denti: non li ho mai visti così felici. Si addormentano all’istante. Sono morto di stanchezza e mi addormento presto anch’io. Ma non prima di aver sentito Rică ridere nel sonno.

(Traduzione di Mihaela Topala)

Questo articolo è uscito sul settimanale romeno Dilema Veche. È la seconda puntata di un articolo in due parti. Prima parte.

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