“Ho dovuto firmare per poter lasciare il paese”, ha affermato il 18 settembre Edmundo González Urrutia, candidato dell’opposizione venezuelana alle presidenziali del 28 luglio, riferendosi a una lettera diffusa dalle autorità in cui riconosceva la vittoria del presidente Nicolás Maduro.

“Il presidente dell’assemblea nazionale Jorge Rodríguez e la vicepresidente della repubblica Delcy Rodríguez mi hanno detto che mi avrebbero autorizzato a lasciare il paese solo se avessi firmato la lettera”, ha spiegato González Urrutia in un video pubblicato sui social network. “In altre parole, dovevo scegliere se firmare o restare in Venezuela rischiando l’arresto”.

L’8 settembre González Urrutia si era rifugiato in Spagna dopo che le autorità venezuelane avevano spiccato un mandato d’arresto nei suoi confronti per non aver risposto alle convocazioni della giustizia.

Il 18 settembre il senato spagnolo ha chiesto al governo guidato da Pedro Sánchez di riconoscere González Urrutia come presidente eletto del Venezuela. La camera dei deputati aveva fatto lo stesso la settimana scorsa.

“Ho trascorso ore difficili, sotto ricatto, ma alla fine ho pensato che sarei stato più utile in libertà che in prigione”, ha proseguito González Urrutia.

“In quanto presidente eletto da milioni di venezuelani che vogliono il cambiamento, la democrazia e la pace, non sono disposto a restare in silenzio”, ha aggiunto.

Il suo avvocato, José Vicente Haro, ha dichiarato all’Afp che “il documento firmato da González Urrutia è tecnicamente e giuridicamente nullo in quanto lui era sotto ricatto al momento della firma”.

Rodríguez ha invece affermato che González Urrutia non è stato sottoposto ad alcuna pressione.

“È stata una discussione molto cordiale”, ha aggiunto in una conferenza stampa durante la quale ha mostrato la lettera firmata e una foto dell’incontro, che si è svolto nella residenza dell’ambasciata spagnola a Caracas.

Maduro è stato proclamato vincitore delle presidenziali con il 52 per cento dei voti dal Consiglio nazionale elettorale (Cne), che però non ha reso pubblici i dati provenienti dai seggi elettorali, sostenendo di aver subìto un attacco informatico.

Secondo l’opposizione, che ha reso pubblici i verbali ottenuti dai suoi scrutatori, González Urrutia avrebbe vinto con più del 60 per cento dei voti.

Intanto María Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, ha affermato nel corso di un’intervista concessa all’emittente argentina Ln+ che “bisogna far capire a Maduro che la repressione e i crimini contro l’umanità hanno delle conseguenze”.

“La sua migliore opzione, che presto sarà l’unica, è di avviare un dialogo con noi per una transizione democratica”, ha aggiunto Machado, che vive in clandestinità da quando sono stati annunciati i risultati delle presidenziali.

Machado aveva vinto le primarie dell’opposizione, ma non aveva potuto candidarsi perché era stata dichiarata ineleggibile.