Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato l’11 dicembre che l’Etiopia e la Somalia hanno raggiunto un accordo, con la sua mediazione, per mettere fine alle tensioni legate alla questione dell’accesso al mare di Addis Abeba, dopo otto ore di negoziati ad Ankara.
Durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro etiope e il presidente somalo, Erdoğan ha affermato che l’accordo, definito storico, “segna un nuovo inizio nelle relazioni tra Addis Abeba e Mogadiscio, basato sulla pace e sulla cooperazione”.
In base al testo dell’accordo, reso pubblico da Ankara, le parti hanno concordato di definire insieme intese bilaterali e commerciali che garantiscano all’Etiopia “un accesso affidabile, sicuro e sostenibile al mare sotto la sovranità della Repubblica Federale di Somalia”.
Iscriviti a Africana |
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Africana
|
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
|
Iscriviti |
Le discussioni tecniche cominceranno a febbraio e si concluderanno entro quattro mesi, risolvendo eventuali divergenze “attraverso il dialogo, se necessario con la mediazione della Turchia”.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud avevano raggiunto Ankara per un nuovo ciclo di negoziati, il cui obiettivo era garantire all’Etiopia l’accesso alle acque internazionali passando per la Somalia, ma senza mettere in discussione la sovranità di quest’ultima.
“Abbiamo risolto il malinteso sorto l’anno scorso”, ha affermato Ahmed. “Un nostro accesso sicuro al mare produrrà benefici anche per i nostri vicini”.
“Siamo pronti a collaborare con le autorità e con il popolo dell’Etiopia”, ha dichiarato invece Mohamud.
L’Etiopia è il paese più popoloso del mondo senza accesso al mare dopo la secessione dell’Eritrea nel 1991.
A gennaio Addis Abeba aveva firmato un memorandum d’intesa con il Somaliland per l’accesso al mare, impegnandosi a riconoscere l’indipendenza del territorio, che si è separato unilateralmente dalla Somalia ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale.
Il memorandum aveva aperto una nuova crisi tra i due vicini dell’Africa orientale, che nel secolo scorso si sono affrontati in due diversi conflitti.