Il 12 dicembre gli stati membri dell’Unione europea hanno dato il via libera all’ingresso a pieno titolo della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen, un’area di libera circolazione delle persone in Europa, a partire dal 1 gennaio 2025, dopo alcuni anni di negoziati.

L’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri della Romania e della Bulgaria è un “evento storico”, ha dichiarato il ministro dell’interno ungherese Sándor Pintér, il cui paese detiene la presidenza di turno del consiglio dell’Unione europea.

In un comunicato stampa congiunto, Bucarest e Sofia hanno salutato “una decisione storica”.

“Si tratta di un obiettivo che Romania e Bulgaria perseguivano fin dall’ingresso nell’Unione europea nel 2007”, hanno scritto i rispettivi ministeri degli esteri nel comunicato.

Secondo il presidente romeno Klaus Iohannis, “è il riconoscimento di lunghi anni di progressi compiuti dai due paesi”. “Continueremo ad agire con responsabilità per proteggere e rafforzare le frontiere esterne dell’Unione europea”, ha aggiunto.

La piena adesione della Romania e della Bulgaria allo spazio Schengen è stata resa possibile dalla revoca del veto dell’Austria. Nel marzo scorso Vienna aveva accettato un’adesione parziale per Bucarest e Sofia, limitata a porti e aeroporti, prima del via libera definitivo e a pieno titolo dato il 12 dicembre.

Il paese alpino, che temeva un aumento dei richiedenti asilo alla sua frontiera, ha riconosciuto gli sforzi compiuti dai due paesi.

In base a un accordo presentato a Budapest a novembre, ci saranno dei controlli temporanei “per un periodo iniziale di sei mesi allo scopo di ridurre al minimo i potenziali cambiamenti nelle rotte migratorie”.

Creato nel 1985, lo spazio Schengen comprende oggi venticinque dei ventisette stati dell’Unione europea, oltre a Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

In linea di principio, più di quattocento milioni di persone possono circolare liberamente nello spazio Schengen senza essere sottoposte a controlli.