Nella notte tra il 5 e il 6 giugno la Russia ha condotto dei bombardamenti massicci sull’Ucraina con droni e missili balistici, causando almeno tre morti nella capitale Kiev, pochi giorni dopo uno spettacolare attacco ucraino contro gli aeroporti militari russi.
Gli attacchi hanno colpito varie regioni dell’Ucraina, tra cui alcune nell’ovest del paese, molto lontano dalla linea del fronte.
Secondo l’aeronautica militare ucraina, gli attacchi sono stati condotti con 407 droni e 45 missili.
La difesa aerea ucraina ha intercettato 199 droni e 36 missili, ha precisato la stessa fonte.
Sarebbero state colpite nove regioni (Volinia, Leopoli, Ternopil, Kiev, Sumy, Poltava, Čerkasy, Černihiv e Chmelnyckyj).
Il bilancio delle vittime non è ancora chiaro, ma secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj almeno tre persone sono morte a Kiev.
In precedenza il sindaco della capitale Vitalij Klyčko aveva annunciato quattro morti.
“Fin dal primo giorno di guerra la Russia ha bombardato città grandi e piccole con l’intenzione di uccidere”, ha affermato Zelenskyj sui social network.
“È arrivato il momento che gli Stati Uniti, l’Europa e tutto il mondo contribuiscano a mettere fine alla guerra aumentando la pressione su Mosca”, ha aggiunto.
Il ministro degli esteri ucraino Andrij Sybiha ha chiesto l’adozione in tempi rapidi di sanzioni più dure contro la Russia.
Negli ultimi giorni il Cremlino aveva annunciato una dura risposta all’attacco sferrato da Kiev nello scorso fine settimana contro i bombardieri russi a migliaia di chilometri dal confine.
Intanto, il 6 giugno l’esercito ucraino ha affermato di aver colpito “con successo” due basi aeree in Russia, nelle regioni di Saratov e Rjazan, aggiungendo di aver danneggiato dei depositi di carburante.
Il 2 giugno, nel corso di un secondo ciclo di colloqui diretti in Turchia, la delegazione russa aveva consegnato a Kiev un elenco di richieste per la pace che comprendono, tra le altre cose, il ritiro da quattro regioni ucraine, la rinuncia a entrare nella Nato e limitazioni al suo esercito.
Due giorni dopo Zelenskyj aveva definito le condizioni “inaccettabili”.