Un carico di aiuti umanitari nel porto israeliano di Ashdod. (United States central command (Centcom))

Un primo carico di aiuti umanitari è arrivato nella Striscia di Gaza la mattina del 17 maggio da un molo temporaneo che i soldati statunitensi avevano finito di mettere in sicurezza il giorno prima, ha affermato l’esercito statunitense sul social network X.

“Venerdì alle 9 è arrivato un primo carico che fa parte di uno sforzo multinazionale per consegnare aiuti umanitari ai civili palestinesi attraverso un corridoio marittimo”, ha dichiarato lo United States central command (Centcom).

Il Centcom non ha fornito altri dettagli sul carico, ma il 15 maggio il governo britannico aveva annunciato la partenza da Cipro di una nave con l’equivalente di cento tonnellate di rifugi temporanei per gli sfollati palestinesi.

“Nessun soldato statunitense è stato impiegato sul terreno a Gaza”, ha precisato il Centcom, mentre da Washington il viceammiraglio Brad Cooper ha annunciato l’arrivo di “altre cinquecento tonnellate di aiuti nei prossimi giorni”.

La costruzione del molo, che in base alle stime del Pentagono dovrebbe essere costata 320 milioni di dollari, era stata annunciata a marzo dal presidente Joe Biden in risposta agli ostacoli posti da Israele alla consegna degli aiuti via terra.

“Gli aiuti saranno consegnati alle Nazioni Unite, che si occuperanno della distribuzione”, aveva aggiunto Biden.

Farhan Haq, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, ha dichiarato il 16 maggio che i colloqui per definire le modalità di consegna degli aiuti sono ancora in corso: “Stiamo ultimando i piani per distribuire gli aiuti garantendo la sicurezza del nostro personale”.

Haq ha però ribadito la preferenza delle Nazioni Unite per le consegne via terra: “Gli aiuti umanitari non dovrebbero dipendere da un molo galleggiante che si trova lontano da dove i bisogni sono maggiori”.

“Che gli aiuti arrivino via terra o via mare, senza carburante non arriveranno agli abitanti della Striscia”, ha aggiunto.