03 dicembre 2013 12:21

Le contestazioni a Bangkok, in Thailandia, contro il governo della premier Yingluck Shinawatra sono cominciate un mese fa in modo pacifico. Il motivo principale della protesta è una proposta di legge sull’amnistia fatta dal governo che permetterebbe all’ex premier Thaksin Shinawatra, fratello di Yingluck e attualmente in esilio, di tornare nel paese senza scontare una condanna del 2008 per corruzione.

Il 12 novembre il senato thailandese ha bocciato la legge, ma l’opposizione ha continuato a organizzare le manifestazioni, chiedendo al capo del governo di dimettersi. Il 24 novembre sempre a Bangkok, in uno stadio, 40mila persone sono scese in piazza per sostenere il governo. Nei giorni scorsi i manifestanti che invece chiedono le dimissioni di Shinawatra hanno cercato di distruggere le barriere di sicurezza attorno alla sede dell’esecutivo a Bangkok, scontrandosi con la polizia. Negli scontri sono morte quattro persone.

Il 3 dicembre i manifestanti sono entrati nel palazzo del governo e nel quartier generale della polizia. Dopo che nei giorni scorsi la polizia ha lanciato contro di loro gas lacrimogeni e proiettili di gomma, questa volta i dimostranti non sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Il governo infatti ha chiesto una tregua, sia per aprire le trattative con l’opposizione sia per festeggiare l’86° compleanno del re Bhumibol Adulyadej, che cade il 5 dicembre.

Il 3 dicembre molti manifestanti sono scesi in piazza per festeggiare la tregua.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it