La letteratura libica è stata tradizionalmente dominata da autori maschi. Due esempi tra tutti sono il poeta di Bengasi, Khaled Mattawa, e il romanziere Alessandro Spina, noto per il libro I confini dell’ombra (Morcelliana). Tuttavia, negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa alcune scrittrici, sia libiche sia italiane nate a Tripoli, che hanno riletto la storia libica del novecento da un punto di vista femminile. Alma Abate osserva l’avvento di Muammar Gheddafi attraverso gli occhi di Sara in Ultima estate in suol d’amore (Neri Pozza), mentre Maryam Salama parla di matrimoni misti usando la voce dell’infermiera Fatima in Min bab ila bab (Di porta in porta). Queste autrici cercano di rompere con l’immagine della donna passiva di fronte ai grandi cambiamenti storici. Safa Elnaili, che insegna arabo all’università dell’Alabama, aveva notato questa tendenza mentre leggeva i racconti pubblicati da un popolare sito libico, rimanendo colpita dalla centralità delle figure femminili, una novità per il canone libico. Al Jazeera

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Questo articolo è uscito sul numero 1487 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati