I risultati di un ampio studio internazionale che ha analizzato ottocento genomi di 233 specie di primati, quasi metà del totale, sono stati raccolti in dieci articoli pubblicati sulle riviste Science e Science Advances. Cinque anni fa erano stati sequenziati i genomi di un decimo delle specie di primati. Una mappatura più dettagliata è importante per la conservazione delle specie, molte delle quali sono minacciate dalla crisi climatica, dalla perdita dell’habitat e dal bracconaggio, ma anche per la salute umana. Confrontando i genomi sono emerse 4,3 milioni di varianti diffuse anche negli esseri umani. Nel 98,7 per cento dei casi le mutazioni sono probabilmente benigne, ma nel restante 1,3 per cento potrebbero causare malattie. Quasi due terzi delle varianti considerate esclusive dell’Homo sapiens, in quanto assenti nei neandertal e nei denisova, sono state trovate in almeno un’altra specie di primati.

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati