L’idea è geniale e spaventosa. Cosa sarebbe successo se alla fine della seconda guerra mondiale Charles De Gaulle fosse stato assassinato? Del resto una prerogativa degli scrittori è di impadronirsi del passato e macinarlo finemente per ottenere una realtà alternativa. E il noir Mourir en mai _(Black Topucan) di Stéphane Keller dà la stessa ebbrezza di _Fatherland, il romanzo in cui Robert Harris paventava la vittoria del terzo reich. La complicata trama immagina che nella primavera del 1945 la vittoria degli alleati sia sempre più inevitabile e la resa dei conti tra i vincitori entri nel vivo. Il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt non sopporta il generale Charles De Gaulle e sogna di poter occupare in qualche modo la Francia, una volta ripulita dalle truppe tedesche. Quello che piacerà agli appassionati del periodo è che Stéphane Keller mette in scena tutti personaggi realmente esistiti, evidenziando l’incredibile instabilità di quel momento, in cui gli eroi potevano facilmente trasformarsi nei cattivi e viceversa.
Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1525 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati