Gli Stati Uniti sono di nuovo alle prese con il rischio dello shutdown, la parziale chiusura delle attività dell’amministrazione pubblica che scatta quando il governo è a corto di finanziamenti. Non è questa, tuttavia, la principale minaccia all’economia statunitense, sostiene l’Economist. Sarebbe meglio guardare con più attenzione a quello che sta succedendo ai titoli del tesoro statunitense con scadenza decennale, il cui tasso d’interesse è salito al 4,7 per cento, il più alto dal 2007. Il rialzo è in corso dalla primavera, quando gli investitori si sono convinti che gli aumenti del costo del denaro voluti dalla Federal reserve (Fed, la banca centrale degli Stati Uniti) per frenare l’inflazione sarebbero durati a lungo. Il problema, spiega il settimanale britannico, è che nel 2007 il rapporto tra debito e pil statunitense era al 35 per cento, mentre oggi è al 98 per cento: “L’attuale aumento dei tassi significa che il costo del debito pesa quasi tre volte di più sul bilancio pubblico”. E nei prossimi anni il conto potrebbe salire ancora. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati