A due mesi dal colpo di stato militare del 30 agosto, il sistema di potere messo in piedi dalla dinastia dei Bongo, rimasta alla guida del Gabon per 56 anni, si sta progressivamente sfaldando. E i cittadini stanno presentando alle nuove autorità, guidate dal generale Brice Oligui Nguema, una serie di proposte per riformare le istituzioni, in previsione di un “confronto pubblico” che dovrebbe svolgersi tra aprile e giugno del 2024 e portare all’approvazione di una nuova costituzione. Come racconta Jeune Afrique, oltre a chiedere di “mettere in carcere i ladri, liberare i prigionieri politici, combattere il nepotismo e organizzare elezioni libere e trasparenti” – obiettivi che evidenziano la volontà di rompere con la presidenza di Ali Bongo – i gabonesi hanno anche chiesto l’abolizione della legge che nel 2020 aveva depenalizzato l’omosessualità. Da allora il tema ha continuato a dividere il paese, e con il cambio di regime le posizioni omofobe e contrarie a concedere diritti alla comunità lgbt si sono rafforzate. Il Gabon, ricorda Jeune Afrique, non è l’unico paese africano a prendere di mira la comunità omosessuale. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati