Lo scrittore e giornalista cubano Carlos Manuel Álvarez è stato l’ultimo a entrare nella casa di Damas 955 a San Isidro, un quartiere povero dell’Avana. Era il 23 novembre 2020, in piena pandemia. Tre giorni dopo la polizia, con la scusa di dovergli fare un esame medico, ha buttato giù la porta dell’appartamento in cui artisti e intellettuali cubani erano rinchiusi in sciopero della fame per chiedere la liberazione del rapper Daniel Solís, arrestato pochi giorni prima e condannato per oltraggio con un processo sommario. Nel libro Los intrusos Álvarez racconta la storia di quell’esperienza dando spazio ai ritratti dei quindici dissidenti che l’hanno condivisa con lui, “persone tutte diverse tra loro ma con una cosa in comune: sono state emarginate dal regime cubano, magari per il fatto di essere artisti, neri, poveri e senza i contatti giusti per aspirare a un’uscita dignitosa dal paese sotto forma di una borsa di studio universitaria”. Attraverso le loro vite e la vicenda del movimento San Isidro si ripercorrono anche gli eventi recenti di Cuba. El País

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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati