A proposito di Luccae di tutto il resto

Dopo la pubblicazione del fumetto di Zerocalcare su Internazionale.it (lo pubblichiamo anche in questo numero a pagina 74) sono arrivate centinaia di email di lettrici e lettori. Eccone alcune.

◆ La decisione di Zerocalcare di non partecipare al Lucca Comics è un esempio di coraggio. In un mondo più complesso e dominato da un’indifferenza diffusa per i problemi politici e sociali, la posizione di Zerocalcare assume un significato ben preciso. Ha dato valore a quello in cui crede, e scelto di sacrificare lavoro e guadagni. Ha deciso di sfruttare la sua notorietà per lanciare un messaggio di solidarietà, schierandosi dalla parte dei più deboli, che faticano a ritagliarsi un ruolo attivo. Ha scelto di seguire uno scopo diverso, marcando con forza la sua posizione. Anche stavolta è riuscito a essere un riferimento (come persona prima ancora che come artista) per la mia generazione che, ora più che mai, ha bisogno di esempi positivi a cui ispirarsi.
Idarah Umana

◆ Grazie per aver pubblicato il fumetto di Zerocalcare sulla polemica per la sua mancata partecipazione al Lucca Comics. Esprime il mio sentire rispetto a quello che sta succedendo in Medio Oriente. Le sue parole mi hanno commosso, come ha fatto un ragazzo che ho incontrato a una maratona in Slovenia. Correva con tre bandiere: una israeliana, una palestinese e la bandiera della pace. La pace è l’unica via. Grazie di cuore.
Alberto Talu

◆ Grazie a Zerocalcare e alla redazione di Internazionale. Non è tanto la vicenda, che ha pure la sua immensa importanza, è il fatto di portare attenzione alle dinamiche malate che permeano l’espressione di opinioni nel nostro paese. Non vivo più in Italia, e guardarla da lontano ha cambiato la mia prospettiva in maniera radicale. Spero che Zerocalcare non si faccia risucchiare da quel tritacarne e che le parole d’odio siano una spinta verso l’amore.
Chiara Longobardi

◆ Un applauso a Zerocalcare, di cui non condivido tutte le idee, per questa spiegazione, e per la presa di posizione, civile, umana, dignitosa e orgogliosa. Non vale il “sei con noi o sei contro di noi”. Si può deprecare la violenza di un fronte senza sostenere la violenza dell’altro. Complimenti a voi per averlo pubblicato. Oggi una voce fuori dal coro richiede non poco coraggio e una buona dose di dignità. Merci rare.
Francesco Munafò

◆ Come sempre Zerocalcare coglie il punto. È stato giusto non andare? Sarebbe stato giusto farlo? Poco importa. Quando si ha un’etica, non solo del proprio lavoro ma del proprio stare al mondo, bisogna seguirla.
Valentina Quaresima

◆ Leggere questo fumetto è stato belllissimo. Vi ringrazio di aver dato spazio a uno scrittore che ancora una volta si è fatto carico di spiegarci come leggere informazioni false e pregiudizievoli. Grazie di aver dato una via al suo pensiero. Per chi ha letto il fumetto, e per chi vuole capire, il messaggio è chiaro: Zerocalcare non ha detto a nessuno cosa sia giusto. Nascondersi dietro alla “libertà di andare a un evento per tutti” è da vili o, nella migliore delle ipotesi, da semplici.
Francesca Stella

◆ Sono d’accordo al cento per cento con Zerocalcare: dobbiamo ricomporre la memoria collettiva dell’umanità sui suoi orrori e riportare sempre tutto a una visione complessiva e coerente, che si basi sulla convivenza dei popoli oltre che sugli stati nazione, in cui non esistono morti di serie a e morti di serie b.
Federico Tubaro

◆ Grazie di aver pubblicato questo fumetto del meraviglioso Zerocalcare. È un grande autore e disegnatore, che seguo fin dagli esordi. Ora abbiamo la prova che è anche una brava persona con una grande onestà intellettuale, uno che di fronte alla complessità si siede e cerca di ascoltarla, districarla e capirla, e che poi agisce secondo coscienza. Sono completamente d’accordo con lui, ma anche se non lo fossi stata avrei rispettato la sua scelta per il modo in cui l’ha posta e argomentata.
Paola Petrucci

◆ Grazie a Zerocalcare di essere stato capace di stare dentro questo putiferio di grossolana ignoranza senza perdere la lucidità e continuando ad affermare il rispetto delle persone di ogni cultura, fede e provenienza geografica. Sono spaventata e amareggiata per come i social media, insieme agli altri strumenti di comunicazione, siano ormai lo spazio dove chiunque si permette di rimbalzare notizie e affermazioni distorcendone completamente il senso e l’intenzione. Un grande tribunale a cielo aperto in cui ognuno si erge a giudice senza dare parola agli imputati, con prove contraffatte per l’accusa. Continuate a usare la parola e il fumetto come strumenti di dialogo, confrontando anche idee radicalmente diverse ma nel rispetto reciproco. Per costruire un mondo dove l’espressione è al servizio della convivenza dei popoli.
Letizia

◆ Vorrei poter esprimere tutta la mia gratitudine a Michele Rech per il suo fumetto, ma soprattutto per averci fatto riflettere, ancora una volta. Come insegnante e come genitore, sono convinto che riflettere significhi uscire da una logica di tifo calcistico, dalla contrapposizione ideologica che annebbia le menti, e dal pensiero amico-nemico. Questa guerra è talmente grave, e talmente dura per milioni di persone (israeliane e palestinesi), che difendere solo una parte, soprattutto se lo fa chi sta al sicuro nelle proprie case, mi sembra davvero indegno. Non aiuta noi a capire, e non aiuta nessuno dei due popoli che vivono questo dramma. Perciò, per quel poco che vale, e a prescindere dalla questione Lucca Comics, vorrei ringraziare Zerocalcare. Perché, a costo di esporsi a commenti offensivi e violenti, ha scelto di sottrarsi a questa contrapposizione.
Fabio Macioce

◆ Grazie della tua testimonianza Michele. Viviamo a Gerusalemme da quattro anni, mio marito lavora per un’agenzia delle Nazioni Unite e sta soffrendo dal primo giorno in cui ha iniziato a lavorare qui. L’impunità, la violazione quotidiana dei diritti umani, la pulizia etnica, il regime di apartheid, le detenzioni amministrative, le uccisioni extragiudiziali. Perché? In nome di chi? Mai più si era detto, ma non per il popolo palestinese.
Gioia Mirabella

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati