Protesta contro Milei a Buenos Aires, 27 dicembre (Augustin marcarian, Reuters/Contrasto)

Un mese dopo aver vinto le elezioni presidenziali in Argentina, alla fine di dicembre Javier Milei ha presentato un piano di riforme strutturali. “Si tratta di provvedimenti che, se approvati, trasformerebbero in diversi modi la politica e la società”, scrive La Nación. Milei vuole sostituire l’attuale sistema elettorale proporzionale con uno basato sui collegi uninominali, simile a quello in vigore negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il presidente, da sempre su posizioni ultraliberiste in politica economica, vorrebbe anche privatizzare circa quaranta aziende statali, tra cui la compagnia petrolifera Ypf, quelle per il trasporto aereo e ferroviario, le aziende che gestiscono la rete idrica e il sistema postale e anche la banca centrale argentina. Il pacchetto di leggi inoltre aumenterebbe le pene per chi “dirige, organizza o coordina una riunione o una manifestazione che ostacola il traffico o il trasporto pubblico o privato”. Secondo molti commentatori, il partito del presidente non avrebbe i numeri in parlamento per far passare il pacchetto di riforme. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1544 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati