Diplomatico, coreografo, organista e compositore, Emilio de’ Cavalieri è passato alla storia soprattutto per la sua Rappresentatione di anima, et di corpo (1600). Ha anche lasciato una collezione di pezzi sacri per l’ufficio delle tenebre, un rito cristiano che si recita nei tre giorni che precedono la Pasqua. Un manoscritto copiato in data incerta (tra il 1576 e il 1599) ci ha trasmesso tre raccolte delle Lamentazioni di Geremia per questo rito, con anche pezzi incompiuti e versioni alternative. I Profeti della Quinta non hanno solo preparato tutti i tre uffici delle tenebre conosciuti, ma ne hanno scoperto uno inedito. Scritti per cinque voci e continuo, queste raccolte mescolano duetti, soli e polifonie declamatorie in falso bordone: monodie accompagnate e ricche di cromatismi, glissandi, dissonanze e intervalli aspri che sono tra gli esempi più antichi dello stile che portò presto al teatro musicale. I Profeti della Quinta ne offrono una lettura senza compromessi che è un modello d’interpretazione storicamente informata e un’esecuzione di sbalorditiva potenza espressiva.
Denis Morrier, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati