I dodici valzer per due pianoforti che compongono Le ruban dénoué (Il nastro sciolto) di Reynaldo Hahn (1874-1947) sono più interessanti di quel che farebbero pensare i loro titoli “poetici”, cose tipo Le decisioni indolenti del fato o Danza d’amore e di dolore. Certo, ogni tanto si sfiora un tono mondano, ma la delicatezza della scrittura e la chiarezza del discorso li rendono un’opera originale. È da notare che queste affascinanti composizioni furono scritte nel 1915 dal fronte, durante la prima guerra mondiale, come antidoto al veleno del conflitto. Pour bercer un convalescent (Per cullare un convalescente) è dello stesso periodo: Hahn lo dedicò al suo amico Henri Bardac, che si stava riprendendo dalle ferite. Caprice mélancolique è invece molto precedente: evoca i salotti proustiani, ma non diventa mai lezioso, proprio come la melodia su una poesia di Victor Hugo che chiude il Ruban, cantata da Sandrine Piau. Éric Le Sage e Frank Braley, raffinati conoscitori della musica francese del periodo, sanno coniugare la scioltezza del discorso, la qualità di un suono sempre sensuale e la finezza armonica.
Jacques Bonnaure, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati