Belarusian Presidential Press Service, Ap/Lapresse

“Una farsa senza senso”. Così Svetlana Tsichanovskaja, la leader in esilio dell’opposizione bielorussa, ha definito le elezioni legislative e locali che si sono volte nel paese ex sovietico il 25 febbraio. Il giudizio è condiviso dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Le liste sono state presentate solo dai quattro partiti che sostengono il presidente Aleksandr Lukašenko (nella foto), al potere dal 1994, e secondo le autorità di Minsk l’affluenza è stata del 73 per cento. Le elezioni sono state le prime dopo le presidenziali del 2020, segnate da gravissime irregolarità, che scatenarono un’ondata di proteste violentemente repressa dal regime. Come racconta la Reuters, il leader bielorusso ha approfittato dell’occasione per annunciare che sarà di nuovo candidato alle presidenziali del prossimo anno. Se sarà eletto, come appare inevitabile, il suo dominio autoritario sulla Bielorussia sarà prolungato fino al 2030. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati