Il 2 aprile il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha prestato giuramento, entrando in carica come quinto capo dello stato nella storia del paese. In una delle sue prime decisioni ha nominato primo ministro Ousmane Sonko, leader del suo partito, il Pastef. Nel discorso d’insediamento, scrive Sud Quotidien, Diomaye Faye si è impegnato “a mobilitare tutti intorno a un progetto nazionale unitario”. Secondo il quotidiano è arrivato il momento di riempire di significato tutti gli slogan usati dal Pastef in campagna elettorale e dare senso alla rivendicazione di “sovranità nazionale”, vegliando sull’indipendenza e sul buon funzionamento delle istituzioni. L’economista Felwine Sarr, intervistato da Le Point, fa notare che la “sovranità” è al centro delle richieste dei giovani senegalesi e di altri paesi dell’Africa occidentale, convinti che la decolonizzazione economica, politica e simbolica non sia ancora finita. “I giovani pensano che se le risorse nazionali fossero sfruttate meglio, la situazione economica sarebbe diversa, e ci sarebbero lavoro e benessere per tutti”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati