Il 20 agosto Bernardo Arévalo ha vinto nettamente il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Guatemala, ma subito dopo il voto i suoi avversari hanno lanciato un’offensiva per mettere fuori legge il suo partito di centrosinistra, Semilla, e per emettere una serie di mandati d’arresto contro lui e i suoi alleati.

Riformista, ex diplomatico, figlio di un ex presidente e simbolo della speranza democratica in un paese governato a lungo da dittatori, Arévalo ha sconfitto gli avversari grazie a una campagna elettorale basata sulla lotta alla corruzione. Ha ottenuto il 58 per cento dei voti, staccando Sandra Torres (37 per cento), moglie dell’ex presidente Álvaro Colom e leader di una coalizione vicina all’establishment del paese, il più popoloso dell’America centrale.

Ma mentre Arévalo festeggiava una vittoria che sembrava impossibile fino a due mesi fa, i suoi avversari facevano capire di non voler interrompere la battaglia contro Semilla.

Dopo la sua nascita, nel 2017, il partito è stato accusato di irregolarità nella raccolta delle firme. Ma è stato solo quando è sembrato in grado di vincere le elezioni, a giugno di quest’anno, che alcuni procuratori e un giudice molto criticato hanno cercato di metterlo fuori legge. In campagna elettorale la corte costituzionale si è schierata contro la sospensione di Semilla, ma la vicenda è rimasta aperta. “Non escludiamo perquisizioni e mandati d’arresto”, ha detto prima del voto il procuratore Rafael Curruchiche. Curruchiche è stato accusato di corruzione dal governo degli Stati Uniti, ma molto probabilmente resterà al suo posto, insieme alla procuratrice generale Consuelo Porras, il cui mandato scade nel 2026.

Il sostegno di Washington potrebbe rivelarsi cruciale per garantire che Arévalo possa insediarsi come nuovo presidente, il 14 gennaio. Secondo fonti affidabili, gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di imporre sanzioni finanziarie contro i funzionari guatemaltechi nel caso cercassero di bloccarlo.

Reazione contraria

Le elezioni si sono svolte in un contesto segnato dalla reazione della destra alla Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig), creata nel 2006 dalle Nazioni Unite e dal governo guatemalteco per indagare su corruzione e crimini gravi. La Cicig è stata sciolta nel 2019 dal presidente Jimmy Morales, coinvolto in un’inchiesta per finanziamento illecito. “Avremo un governo con tendenze socialiste”, ha detto Ricardo Méndez Ruiz, un importante politico conservatore che dieci anni fa ha creato la Fondazione contro il terrorismo, un’istituzione che ha avuto un ruolo di primo piano nelle indagini sui giudici e i procuratori anticorruzione. “La nostra storia dimostra che per ogni azione esiste una reazione uguale e contraria”, ha sottolineato Méndez Ruiz. “Non ce ne staremo seduti con le mani in mano”.

Se l’insediamento di Arévalo dovesse essere bloccato, Washington potrebbe anche decidere di sospendere le importazioni di zucchero dal Guatemala. Il paese centroamericano è uno dei primi dieci esportatori di zucchero del mondo, con un giro d’affari che nel 2022 ha raggiunto gli ottocento milioni di dollari.

Thelma Aldana, ex procuratrice anti-corruzione, pensa che la vittoria di Arévalo possa ridare slancio alla battaglia a favore della trasparenza in politica. In passato Aldana ha lavorato per la Cicig, che ha portato avanti con successo decine di processi per corruzione, compreso quello che nel 2015 ha provocato le dimissioni del presidente Otto Pérez Molina. “In Guatemala la corruzione è sistemica”, dice Aldana da Washington, dove vive in esilio insieme ad altri quaranta tra giudici e avvocati che hanno lasciato il paese per evitare il carcere.

Secondo lo scrittore statunitense-guatemalteco Francisco Goldman, i nemici di Arévalo continueranno a combattere. Ma Goldman è fiducioso. “Ci vorrà tempo per risolvere il problema”, dice riferendosi alla corruzione. “Ma i guatemaltechi non sono passivi. Conoscono i loro diritti e meritano qualcosa di meglio”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati