Nell’anno dei capolavori, arriva raccolta in un volume unico l’opera più significativa di uno degli autori più importanti del fumetto contemporaneo, Cinema Zenit, già uscita in tre volumi giganti dello stesso editore. Il formato è più piccolo ma la stampa è comunque ottima, la presentazione elegante e in appendice ci sono due splendidi racconti brevi, sorta di varianti complementari al racconto principale. Le tavole sono state esposte in vari centri d’arte e uno dei due racconti, Paesaggio con nemico, è stato realizzato appositamente nel 2016 per essere esposto al Festivalfilosofia. Del resto, i legami del lavoro di Bruno con l’arte contemporanea sono evidenti da tempo. Ogni tavola è come un quadro e l’intera sua opera è come una grandiosa installazione pittorica e sequenziale. Qui è più vero che mai. In questo ambiente fatto di antichi fulgori e di (post)modernità in perenne decadenza, di umanità negata e conflitti perpetui, è un reato eversivo il culto del cinema in quanto espressione del flusso dell’inconscio, in quanto rivelatore di verità celate che non si vuol vedere e di un sapere arcaico che si vuol preservare. Un tempo magma incandescente, oggi la lava del mondo che fu, annerita in un mondo raggelato, è diventata la nuova materia, oscura ma fissurata da prepotenti lampi di luce. Portando all’apoteosi il non meno antico segno grafico nell’era informatica, Bruno è lo sciamano che ne mantiene la segreta consapevolezza.

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Questo articolo è uscito sul numero 1488 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati