A partire dagli anni settanta, Barbara Ehrenreich, militante socialista e femminista statunitense morta nel 2022, ha scritto molti libri sulla salute delle donne, le politiche sanitarie, lo stato sociale e la sua distruzione e l’ideologia del capitalismo neoliberista. Questo saggio parla di un argomento diverso: i riti di liberazione condotti attraverso la musica, la danza e la trance, che l’autrice chiama “gioia collettiva”. La sua riflessione comincia dalla sconvolgente scoperta di questo fenomeno sociale da parte degli occidentali, che lo incontravano nei “nuovi mondi”, e dall’imbarazzo delle scienze sociali, che per spiegarlo lo classificano come un sistema per permettere la disinibizione sessuale o una tecnica per mantenere l’ordine offrendo “valvole di sfogo” alla popolazione. Dopo aver dato conto delle teorie sulle origini dei rituali estatici, Ehrenreich illustra una serie di cicli storici, fasi durante i quali i rituali esplodono e fasi in cui sono repressi: dalla proibizione del culto di Bacco nella Roma repubblicana, al disciplinamento cristiano del carnevale e di altre feste, definitivamente abolite nell’epoca moderna (in particolare nel mondo protestante con interessanti paralleli nel mondo islamico), eppure continuamente riemergenti. A questa trasformazione l’autrice connette l’aumento contemporaneo dell’ansia, del radicalismo religioso e delle guerre. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati