Luigi Dal Cin è un nome conosciuto e apprezzato dell’editoria per ragazzi. Scrittore instancabile, curioso, pluripremiato, lavora nelle scuole, nei teatri, nelle biblioteche. La sua ultima creatura è un volume che già solo a vederlo (bellissima la copertina e le illustrazioni di Cristiano Lissoni) emana un certo tipo di vibrazioni. Certamente è un libro con un grande intento pedagogico, ma che grazie alla scrittura sapiente di Dal Cin ha tutto il gusto delle belle letture classiche. Sulla porta del mondo parla di quando i migranti erano gli italiani, di quando giovani, anziani, famiglie intere, andavano a cercare una vita migliore altrove, negli Stati Uniti, in Brasile, in Argentina, in Germania, in Svizzera. Dal Cin raccoglie storie di balie, modelle, minatori, artigiani. Un giro d’Italia che ci porta nelle Marche, in Puglia e in Sicilia e da lì con un transatlantico verso un futuro duro e incerto. È un libro che attraverso molte storie racconta la fatica, le lacrime, ma anche la speranza che non muore mai. Ed è un attimo tracciare una linea tra i migranti italiani di ieri e i migranti di oggi che vengono dal sud globale in un occidente sempre più arroccato. Un libro davvero necessario e importante. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1562 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati