Israele ha presentato la morte di civili nella Striscia di Gaza come un aspetto increscioso ma inevitabile del conflitto moderno, citando il pesante tributo umano delle campagne militari che gli Stati Uniti hanno condotto in Iraq e in Siria. Ma una revisione dei conflitti del passato e le interviste con esperti di armi e di vittime sembrano indicare che l’attacco di Israele sia diverso. Anche se i bilanci in tempo di guerra non saranno mai esatti, secondo gli esperti perfino una lettura prudente delle cifre registrate nella Striscia di Gaza mostra che il ritmo delle morti negli attacchi di Israele ha pochi precedenti in questo secolo.

A Gaza le persone sono state uccise a un ritmo superiore a quello dei momenti più sanguinosi delle campagne militari degli Stati Uniti in Iraq, Siria e Afghanistan, anche queste ampiamente criticate dalle organizzazioni per i diritti umani.

Fare confronti precisi tra i morti in una guerra è impossibile, ma gli esperti sono rimasti sorpresi dal numero di quelli registrati a Gaza – per la maggior parte donne e bambini – e dalla rapidità con cui le persone sono state uccise. Non si tratta solo della portata degli attacchi – Israele ha dichiarato di aver colpito più di 15mila obiettivi prima di raggiungere una tregua il 22 novembre – ma anche della natura degli armamenti.

Numeri affidabili

L’uso abbondante di armi molto pesanti fatto da Israele in aree urbane densamente popolate, tra cui bombe da 900 chili di fabbricazione statunitense capaci di spianare un condominio, è spiazzante, dicono alcuni esperti. “È al di là di tutto quello che ho visto nella mia carriera”, dichiara Marc Garlasco, consulente militare per l’organizzazione olandese Pax ed ex analista d’intelligence al Pentagono. Per trovare un paragone storico, aggiunge, potremmo “dover tornare ai tempi del Vietnam o della seconda guerra mondiale”.

Nei combattimenti di questo secolo, al contrario, i funzionari militari statunitensi spesso hanno ritenuto che la bomba più comune – un’arma da circa 225 chili – fosse troppo grande per la maggior parte degli obiettivi quando combattevano contro il gruppo Stato islamico (Is) in aree urbane come Mosul, in Iraq, e Raqqa, in Siria.

L’esercito israeliano sottolinea che la Striscia di Gaza rappresenta un campo di battaglia come pochi altri. È piccola e densamente abitata e, dicono i militari israeliani, i civili vivono accanto, e perfino sopra, ai miliziani di Hamas, che dipendono da reti di tunnel per proteggere se stessi e le loro armi mettendo gli abitanti direttamente sulla linea di fuoco. A causa di queste reti sotterranee – che secondo l’esercito di Tel Aviv hanno consentito a Hamas di condurre i suoi attacchi sanguinosi il 7 ottobre – le forze israeliane affermano di usare “il più piccolo ordigno disponibile” per raggiungere i loro obiettivi strategici producendo “il minimo effetto negativo sui civili”.

Le vittime civili sono difficili da calcolare, e i funzionari della Striscia governata da Hamas non le distinguono dai combattenti. Secondo i ricercatori invece il numero di circa diecimila vittime tra donne e bambini registrato a Gaza fornisce la misura approssimativa – anche se cauta – delle morti di civili nel territorio. I funzionari internazionali e gli esperti che hanno dimestichezza con il modo in cui i dati sono elaborati dai funzionari sanitari di Gaza dicono che i numeri complessivi sono generalmente affidabili.

L’esercito israeliano ha ammesso che a Gaza sono stati uccisi bambini, donne e anziani, ma sostiene che il bilancio delle vittime non è attendibile perché il territorio è governato da Hamas. L’esercito non ha fornito un suo conteggio, ma ha dichiarato che i civili “non sono l’obiettivo” della sua campagna militare. “Facciamo molto per prevenire e, dove possibile, ridurre l’uccisione o il ferimento di civili”, ha detto il tenente colonnello Jonathan Conricus, un portavoce dell’esercito israeliano. “Ci concentriamo su Hamas”.

Eppure i ricercatori dicono che il ritmo dei decessi registrati a Gaza durante i bombardamenti israeliani è stato eccezionalmente alto. In meno di due mesi sono stati uccisi più donne e bambini dei circa 7.700 civili di cui è stata documentata l’uccisione compiuta dalle forze statunitensi e dai loro alleati internazionali in tutto il primo anno di invasione dell’Iraq nel 2003, stando alle stime dell’Iraq body count, un gruppo di ricerca britannico indipendente. E secondo Neta C. Crawford, docente dell’università di Oxford e codirettrice del progetto Costs of war della Brown university, negli Stati Uniti, il numero di donne e bambini uccisi a Gaza dall’inizio della campagna israeliana a ottobre ha già cominciato ad avvicinarsi a quello documentato dei 12.400 civili uccisi dagli Stati Uniti e dai loro alleati in Afghanistan in quasi vent’anni di guerra.

Questi confronti si basano sulle migliaia di vittime direttamente attribuite alle forze della coalizione statunitense nel corso di decenni in Iraq, Siria e Afghanistan. Si stima che molte più persone – centinaia di migliaia in totale – siano state uccise in questi conflitti da altri gruppi, tra cui il governo siriano e i suoi alleati, le milizie locali, il gruppo Stato islamico e le forze di sicurezza irachene. Ma anche se il bilancio complessivo delle vittime in queste guerre è stato superiore, il numero di persone uccise a Gaza “in un periodo di tempo molto breve è più alto che in altri conflitti”, dice Crawford, che ha studiato approfonditamente le guerre moderne.

Un funerale a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, il 22 novembre 2023 (Yousef Masoud, The New York Times/Contrasto)

La combinazione peggiore

L’Associated press ha rilevato che nei nove mesi della battaglia di Mosul, citata dai funzionari israeliani come paragone, il totale stimato di civili uccisi da tutte le parti in conflitto oscilla tra novemila e undicimila, in migliaia di casi per mano dell’Is. Un numero simile di donne e bambini sarebbero già stati uccisi nella Striscia in meno di due mesi. Le bombe usate a Gaza sono più potenti di quelle impiegate dagli Stati Uniti per combattere l’Is in città come Mosul e Raqqa, e sono più adatte a prendere di mira infrastrutture sotterranee come i tunnel, dice Brian Castner, ricercatore esperto di armi per Amnesty international ed ex ufficiale addetto allo smaltimento degli ordigni esplosivi nell’ae­ronautica statunitense.

Secondo le stime dell’Onu le donne e i bambini uccisi a Gaza sono già più del doppio di quelli morti in Ucraina dopo quasi due anni di attacchi russi (le Nazioni Unite ritengono però che il vero bilancio delle vittime in Ucraina sia considerevolmente superiore, e i funzionari ucraini hanno stimato che più di ventimila civili siano morti nella città portuale di Mariupol). Non solo Gaza è minuscola rispetto a zone di conflitto come l’Ucraina, l’Afghanistan o l’Iraq, ma le frontiere del territorio sono anche state chiuse da Israele ed Egitto, quasi senza lasciare ai civili neanche un luogo sicuro in cui fuggire. Le analisi satellitari indicano che nella Striscia di Gaza sono stati danneggiati o distrutti più di 60mila edifici, tra cui la metà dei palazzi del nord del territorio. “Stanno usando armi estremamente pesanti in aree molto densamente abitate”, afferma Castner parlando delle forze israeliane. “È la peggior combinazione possibile di fattori”.

I funzionari israeliani dicono che la loro campagna si concentra sul danneggiare l’infrastruttura militare di Gaza, spesso costruita vicino, o sotto, a case e istituzioni civili. “Per raggiungere questo obiettivo”, ha detto il colonnello Conricus, l’esercito deve usare “bombe più potenti”. Il 24 ottobre in un’intervista alla Pbs il portavoce del governo israeliano Mark Regev ha risposto a una domanda sul ritmo degli attacchi, dichiarando che Israele mira a una campagna più breve di quella degli Stati Uniti in Iraq e in Siria: “Speriamo di finire il lavoro più velocemente. Questo è uno dei nostri obiettivi. Ma potrebbe volerci più tempo di quanto non sperino molti israeliani, perché Hamas è stata al potere per sedici anni”.

Israele ha ordinato agli abitanti di Gaza di andarsene dalle aree in cui si concentrano i bombardamenti, ma ha continuato a colpire anche altre zone. I funzionari israeliani sostengono che questa è una campagna per spazzare via Hamas, un gruppo che ha come obiettivo la distruzione di Israele. “La guerra qui è per la nostra esistenza”, ha detto l’8 novembre ai giornalisti Benny Gantz, uno dei ministri del gabinetto di guerra. La brutalità dell’attacco di Hamas del 7 ottobre ha traumatizzato gli israeliani e alcuni esponenti del governo hanno detto chiaramente di volere una campagna militare feroce. “Gaza non tornerà come prima. Hamas non esisterà più. Elimineremo tutto”, ha dichiarato il ministro della difesa Yoav Gallant nei giorni successivi.

Dopo aver inizialmente messo in dubbio il bilancio delle vittime a Gaza, l’amministrazione statunitense di Joe Biden ammette ora che il numero reale di vittime civili potrebbe essere più alto. Barbara Leaf, assistente del segretario di stato per il Medio Oriente, ha dichiarato a una commissione della camera che i funzionari statunitensi ritenevano che il numero di vittime civili fosse “molto alto, francamente, e forse anche più alto di quello riportato”. Gli esperti internazionali che hanno lavorato con il ministero della sanità di Gaza in questa e altre guerre affermano che il ministero raccoglie i dati sui morti dagli ospedali e dagli obitori di tutta l’enclave, dove si contano le vittime riportando nomi, documenti d’identità e altri dettagli.

Statistica anomala

Anche se hanno invitato alla cautela riguardo alle dichiarazioni pubbliche sul numero esatto di persone uccise in un particolare attacco – soprattutto immediatamente dopo un’esplosione – gli esperti hanno affermato che il bilancio complessivo di vittime riferito dal ministero della sanità di Gaza in genere si è dimostrato accurato. Nelle ultime settimane registrare i morti a Gaza è diventato sempre più difficile nel caos dei combattimenti, dato che gli ospedali sono finiti sotto il fuoco diretto, che gran parte del sistema sanitario sta smettendo di funzionare e che altri funzionari governativi hanno cominciato ad aggiornare i dati al posto del ministero. Ma anche prima di questi cambiamenti il numero di donne e bambini morti superava quello di altri conflitti.

Donne e bambini rappresentano quasi il 70 per cento di tutti i decessi registrati a Gaza, anche se i combattenti in gran parte sono uomini. Una “statistica anomala”, ha affermato Rick Brennan, direttore regionale per le emergenze dell’ufficio Mediterraneo orientale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Normalmente ci si aspetterebbe il contrario, ha aggiunto Brennan. Nei precedenti scontri tra Israele e Hamas gli uomini erano circa il 60 per cento delle vittime nella Striscia.

Il portavoce militare israeliano, il colonnello Conricus, ha affermato che l’alta percentuale di donne e bambini uccisi a Gaza è un altro dei motivi per non fidarsi dei dati, aggiungendo che le forze israeliane hanno avvertito i civili degli attacchi in anticipo, “dove possibile”. I funzionari israeliani hanno citato anche la condotta di Washington e dei suoi alleati durante la seconda guerra mondiale. In un discorso del 30 ottobre, per esempio, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto riferimento al bombardamento accidentale di un ospedale pediatrico colpito dall’aviazione britannica che mirava al quartier generale della Gestapo a Copenaghen nel 1945. Durante le visite in Israele del segretario di stato Antony Blinken i funzionari israeliani in privato hanno parlato dei bombardamenti atomici di Washington su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, che insieme uccisero più di centomila persone.

Da sapere
Chi sono le vittime
Morti, migliaia (Fonte: the new york times)

Il moderno diritto bellico internazionale è stato in gran parte sviluppato in risposta alle atrocità della seconda guerra mondiale. Nel 1949 le convenzioni di Ginevra codificarono le garanzie per i civili in tempo di guerra. Il diritto internazionale non vieta di fare vittime civili, ma afferma che gli eserciti non devono colpirli direttamente o bombardare indiscriminatamente aree civili, e che il danno e l’uccisione accidentale di civili non deve eccedere il vantaggio militare da ottenere.

Nelle prime due settimane di guerra circa il 90 per cento delle munizioni sganciate da Israele su Gaza erano bombe a guida satellitare che pesavano tra i 450 e i 900 chili, secondo un alto funzionario statunitense che non è stato autorizzato a discutere pubblicamente della faccenda. Queste bombe sono “davvero grandi”, ha detto Garlasco. Israele possiede anche migliaia di altre bombe più piccole fornite dagli Stati Uniti e progettate per limitare i danni in aree urbane densamente popolate, ma gli esperti di armi dicono di aver visto poche prove del fatto che queste siano usate frequentemente.

In un caso documentato Israele ha usato almeno due bombe da 900 chili in un attacco aereo del 31 ottobre su Jabalia, un’area densamente popolata appena a nord della città di Gaza, radendo al suolo edifici e creando crateri larghi dodici metri, secondo un’analisi realizzata dal New York Times su immagini satellitari, foto e video. L’organizzazione Airwars, che monitora le vittime civili nelle zone di conflitto, ha confermato in modo indipendente che sono stati uccisi almeno 126 civili, più della metà bambini. L’esercito israeliano ha detto che voleva colpire un comandante e dei miliziani di Hamas, ma ha ammesso di sapere della presenza di civili. Per il colonnello Richard Hecht, un portavoce dell’esercito israeliano, le vittime sono state una “tragedia di guerra”.

Il fuoco su Gaza è stato intenso. Ogni giorno i giornalisti locali hanno riferito di attacchi contro le case, alcuni dei quali hanno ucciso una decina o più di persone, perché le famiglie si rifugiano insieme in spazi ristretti. Il 19 ottobre Israele ha colpito una chiesa greco-ortodossa in cui centinaia di fedeli della piccola comunità cristiana avevano trovato rifugio all’ora di cena, uccidendo 18 civili, afferma un’indagine di Amnesty international.

Lotta per la sopravvivenza

Il colonnello Conricus ha detto che Hamas e la sua deliberata strategia di inserirsi tra, e sotto, gli abitanti di Gaza sono “la ragione principale per cui ci sono vittime civili”. Sostiene che centinaia di attacchi israeliani su Hamas sono stati deviati “per la presenza di civili, bambini, donne e altri che non sembrano connessi ai combattimenti”. Tuttavia Brian Castner di Amnesty international ha detto che Israele sembra essersi mosso troppo rapidamente per riuscire a limitare i danni ai civili.

Anche gli Stati Uniti hanno ucciso migliaia di civili in anni di bombardamenti. Ma generalmente, dicono gli esperti, cercano di accertare il “modello di vita” prima di un attacco. Per esempio gli analisti controllano se le persone escono a procurarsi viveri o acqua per determinare se in un edificio ci sono civili. Queste precauzioni sono “impossibili da prendere per gli israeliani se compiono tutti questi attacchi in così poco tempo”, sostiene Castner. Secondo i conteggi dell’Onu sui decessi verificati di bambini nei conflitti armati, da quando è cominciato l’attacco israeliano a Gaza sono stati uccisi più bambini che in tutte le principali zone di conflitto del mondo messe insieme – una ventina di paesi inclusa l’Ucraina – nell’intero 2022.

Quando le zone civili sono nel mirino, la minaccia non finisce con il bombardamento, dicono gli esperti. La distruzione lascia le persone a lottare per la sopravvivenza ancora per molto tempo dopo la conclusione del conflitto. Già solo i sistemi sanitari devastati e le forniture idriche compromesse possono comportare gravi rischi per la salute, afferma Neta C. Crawford: “È così in tutte le guerre. Ma qui la portata del disastro è tale in un tempo così breve che è davvero difficile da comprendere”. ◆ fdl

Lauren Leatherby si occupa del settore audiovisivo nella sede di Londra del New York Times. A questo articolo hanno contribuito John Ismay e Alan Yuhas.

Le ultime notizie
Gli effetti della tregua

◆ La tregua di quattro giorni tra Israele e Hamas, entrata in vigore il 24 novembre 2023, è stata prolungata di altri due giorni. Fino alla serata del 29 novembre sono stati rilasciati sessanta ostaggi israeliani catturati da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre (donne e bambini e persone con la doppia cittadinanza, altri ventitré stranieri sono stati liberati al di fuori dell’accordo) e 180 donne e minori palestinesi che erano detenuti nelle carceri israeliane. Hamas ha fatto sapere di essere disponibile a prolungare ulteriormente la tregua nella Striscia di Gaza e a liberare nuovi ostaggi, mentre i mediatori internazionali sono al lavoro per raggiungere un accordo che consenta di fermare i combattimenti in modo più duraturo. I capi dei servizi segreti statunitensi e israeliani si sono incontrati il 28 novembre a Doha per discutere con il primo ministro del Qatar la prossima fase dell’accordo. Il segretario di stato statunitense Antony Blinken è atteso di nuovo in Israele e Cisgiordania il 30 novembre.

◆Nonostante la tregua, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza rimane catastrofica, afferma l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi. Dal 24 novembre circa duecento camion di aiuti umanitari sono entrati ogni giorno nella Striscia attraverso il valico di Rafah con l’Egitto, ma secondo il Programma alimentare mondiale c’è il rischio di una carestia. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha constatato un “enorme aumento” di malattie contagiose. Tra i bambini piccoli si registra una crescita esponenziale dei casi di diarrea, che sono 75mila. Le infezioni respiratorie acute sono 111mila. La maggior parte degli ospedali del territorio non è più operativa, dopo essere stata colpita dai bombardamenti israeliani. Per Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, “date le condizioni di vita e l’assenza di un sistema sanitario, potrebbero morire più persone per le malattie che per le bombe”. Nella Striscia dal 7 ottobre sono morte 14.854 persone, di cui 6.150 minori. Afp, Bbc


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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati