I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

La storia è risaputa: quando le truppe alleate sbarcarono in Sicilia nel luglio 1943, trovarono il prezioso sostegno della mafia, ben disposta ad aiutare statunitensi e britannici grazie alla mediazione di Lucky Luciano, boss italoamericano di New York con ottimi contatti a Palermo e dintorni. Secondo questa tesi, cosa nostra aiutò gli alleati prima di tutto con informazioni sul campo, per poi essere ripagata, ottenendo ad esempio la carica di sindaco per Calogero Vizzini, boss dei boss, nella cittadina di Villalba. Ma le cose andarono davvero così? Secondo lo storico Salvatore Lupo, uno dei massimi esperti di cosa nostra, ci troviamo di fronte a una leggenda metropolitana, un mito. Nel suo agile libro espone la realtà dei fatti comprovati. Sì, Luciano durante la guerra collaborò con la marina statunitense, ma solo per garantire il controllo, grazie al sindacato colluso con la mafia, del porto di New York. Non si trovano invece testimonianze né documenti, neanche nei rapporti riservati degli ufficiali statunitensi di stanza in Sicilia, di una cooperazione con i boss mafiosi o con il movimento separatista siciliano. Chi è disposto a rinunciare a vecchie certezze sul connubio tra mafia e alleati trova nel breve testo di Lupo un validissimo supporto. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati