I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

In tutta Italia, durante l’epopea della liberazione tra il 1943 e il 1945, le parti in causa erano fondamentalmente due: da un lato i fascisti e gli occupanti nazisti, dall’altra le truppe alleate e i partigiani. Ben più aggrovigliata era invece la situazione di Trieste e della Venezia Giulia. Lì i nazisti si scontrarono sia con i partigiani jugoslavi comunisti di Tito sia con quelli italiani (a loro volta divisi tra comunisti e non), lì cercarono di arrivare per primi sia l’esercito alleato sia quello di Tito, lì erano in gioco non solo ideologie e interessi, ma anche identità nazionali contrapposte che si contendevano Trieste e la Venezia Giulia, in cui le città erano italiane ma si trovavano circondate da campagne slave. Nel suo libro Trieste ’45 Raoul Pupo mette ordine in questo groviglio in maniera magistrale, raccontando i conflitti (per esempio l’occupazione di Trieste da parte delle forze jugoslave nel 1945, che durò quaranta giorni) in modo equilibrato ma allo stesso tempo empatica, facendoci capire che lì non aveva avuto luogo una “liberazione”, ma diverse “liberazioni” tra loro contrapposte, accompagnate da atroci violenze e crimini. Pupo ha il grande merito di raccontare questa storia con un tono appassionato ma sobrio, asciutto, a tratti perfino ironico. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati