La poesia che stai tentando
di tradurre nella tua lingua è
una ragnatela, di quelle che
fluttuano nell’aria, intessuta
di seta e veleno, parole,
respiro, trovate alle quali
non sei mai preparato e che ti
sorprendono come un colpo di sole
nel campo di un altro. Ma ogni tuo tentativo di
deviare, proteggerti,
metterti all’ombra è fatale, e

la ragnatela si dissolve senza lasciar traccia,
e per questo:
non battere le palpebre, guarda dritto il sole
e reggiti forte
alle favolose corde
che un ragno-crociato
ti ha teso dal
suo lontano mondo e
non smettere di danzare
finché non avrai la lingua intorpidita e luccicante di
queste furiose bave amorose, di questi

tradimenti.

Nadežda Radulova è una poeta e traduttrice bulgara nata nel 1975. Questo testo è tratto dalla sua penultima raccolta, Kogato zaspjat (“Quando si addormentano”, Žanet45 2015). Traduzione dal bulgaro di Alessandra Bertuccelli.

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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 95. Compra questo numero | Abbonati