19 febbraio 2015 09:00

Libia. Il governo ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di ritirare l’embargo sulle armi in vigore dal 2011, anno della caduta di Muammar Gheddafi, per permettere all’esercito regolare di combattere contro il gruppo Stato islamico. Il ministro degli esteri Mohammed al Dairi ha chiesto la fine dell’embargo dicendo che potrebbe aiutare a combattere “il terrorismo dilagante nel paese”.

Ucraina. Il presidente Petro Porošenko ha chiesto alle Nazioni Unite di schierare i caschi blu nell’est del paese per far rispettare il cessate il fuoco concordato con i separatisti filorussi il 12 febbraio e messo a rischio dai continui combattimenti. In una riunione di emergenza con i vertici della sicurezza, Porošenko ha dichiarato che la forza internazionale contribuirebbe a garantire la sicurezza “in una situazione in cui la promessa di pace non viene mantenuta”.

Stati Uniti. In un intervento davanti ai rappresentanti di sessanta paesi che partecipano a una conferenza di tre giorni sugli estremismi violenti a Washington, il presidente Barack Obama ha detto che gli Stati Uniti “non sono in guerra contro l’islam, ma contro chi ha distorto l’islam”. I jihadisti alla guida di gruppi come lo Stato islamico e Al Qaeda non si possono considerare leader religiosi, ma terroristi, ha detto ancora Obama.

Qatar. Il governo ha richiamato il suo ambasciatore al Cairo per “consultazioni” in seguito a una riunione della Lega araba che ha preso in esame la questione dei raid aerei condotti dall’Egitto contro le postazioni del gruppo Stato islamico in Libia.
Un funzionario del ministero degli esteri di Doha ha spiegato che la decisione è stata presa a causa di una dichiarazione del delegato egiziano alla Lega araba, Tariq Adel, che avrebbe accusato il Qatar di sostenere il terrorismo.

Argentina. Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato a un corteo a Buenos Aires per ricordare il procuratore Alberto Nisman, trovato morto in casa sua il 18 gennaio. Il pubblico ministero accusava la presidente argentina Cristina Fernández di aver insabbiato il coinvolgimento dell’Iran nell’attentato contro un centro ebraico avvenuto nel 1994 nel quale furono uccise 85 persone e più di duecento rimasero ferite, in cambio di favori commerciali ed economici da parte di Teheran.

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