22 maggio 2015 15:16
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Finora nessun gruppo ha rivendicato il sequestro di Jacques Murad, priore del monastero di Mar Elian, a sudest di Homs in Siria. Lo ha riferito padre Kamil Semaan, del patriarcato sirocattolico di Beirut, secondo cui gli uomini armati hanno fatto irruzione nel monastero alle 14 del 21 maggio, costringendo padre Murad e un suo collaboratore a seguirli.

“Finora non abbiamo ricevuto nessuna notizia, non sappiamo chi siano i responsabili, se combattenti del gruppo Stato islamico, del Fronte al nusra, dell’Esercito libero siriano, del regime o di una banda criminale” ha detto Semaan, ricordando che padre Murad ha trascorso nel monastero gli ultimi 15 anni. “Ha sempre sostenuto la riconciliazione nazionale e il dialogo. Ha accolto musulmani in fuga e se ne è preso cura” ha raccontato padre Semaan, aggiungendo che al momento del sequestro Murad stava organizzando l’accoglienza per un gruppo di civili in fuga da Tadmor (Palmyra) dopo l’avanzata dei jihadisti.

Secondo padre Ziad Hilal, un altro gesuita di Homs, “dopo la caduta di Palmyra, molti civili si sono diretti verso Qaryatayn, soprattutto verso il monastero di Mar Elian”. E qualche ora prima del suo sequestro, ha aggiunto, padre Murad si era rifiutato di lasciare il monastero di fronte all’avanzata dei combattenti jihadisti: “Come prete e pastore non lascerò mai questo posto e la sua gente, a meno che non mi caccino” aveva detto.

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