Il 6 aprile gli olandesi erano chiamati a esprimersi con un referendum sulla ratifica da parte del governo dell’accordo di associazione tra Unione europea e Ucraina. Il no all’accordo ha ottenuto il 61,1 per cento dei voti; il sì il 38,1 per cento. L’affluenza è stata del 32,2 per cento, appena superiore al quorum del 30 per cento richiesto nel paese per i referendum consultivi.

La consultazione è stata promossa da tre organizzazioni euroscettiche guidate dal gruppo GeenPeijl (Nessuna classe), espressione del popolare blog GeenStijl (Nessuno stile). Insieme hanno raccolto più di 400mila firme per poter convocare il referendum. Il risultato non avrà valore vincolante, ma il governo, che aveva sostenuto timidamente il sì, dovrà tenerne comunque conto. Oltre ad essere un problema per la politica olandese, il referendum apre anche un nuovo fronte all’interno dell’Unione europea, già attraversata da diverse crisi.

Un risultato scomodo per il governo
Trouw

Scrive Romana Abels: “È un risultato scomodo per il governo in quelle che sono state forse le elezioni più scomode di tutti i tempi nei Paesi Bassi: i Paesi Bassi si oppongono all’accordo di associazione con l’Ucraina”.

Il no stravince. Affluenza oltre al 30 per cento
De Volkskrant

“Dopo la decisa vittoria del no, il governo non dovrebbe ratificare l’accordo di associazione con l’Ucraina. È il messaggio che la maggioranza ha lanciato al primo ministro Mark Rutte mercoledì”, commenta Jeroen Visser.

Quanto potrà giocare duro Rutte a Bruxelles?
Nrc Handelsblad

“Dopo il no il governo potrà chiedere che la parte politica del trattato con l’Ucraina non si applicherà ai Paesi Bassi”, dice Wilmer Heck sul giornale olandese.

Un niet contro l’Ucraina
De Telegraaf

“Il referendum consultivo si è trasformato in una disgrazia per il governo e per gli altri sostenitori dell’accordo di associazione con l’Ucraina”, scrive la testata.

In collaborazione con VoxEurop.