07 marzo 2012 22:11

Non si può rimproverare alle istituzioni europee di non fare sforzi per comunicare. Eppure spesso i risultati non sono all’altezza degli obiettivi sperati. L’ultima campagna video destinata ai giovani ne è la prova.

In un ambiente postindustriale una ragazza che ricorda Uma Thurman in Kill Bill viene affrontata da tre personaggi che incarnano ciascuno un cliché dei paesi emergenti: un esperto di kung-fu cinese, un guerriero kalarippayattu indiano e un ballerino di capoiera brasiliano. “La ragazza imperturbabile si moltiplica in 12 cloni (che poi diventeranno le 12 stelle della bandiera dell’Unione) che circondano i tre e li calmano”, racconta Il Post, che aggiunge: “Lo spot si conclude con lo slogan ‘The more we are, the stronger we are’, cioè ‘Più siamo, più siamo forti’.”

Il video doveva promuovere i benefici dell’allargamento. E invece ha provocato un vortice di reazioni indignate nel microcosmo brussellese e altrove. Accusato di fornire una visione razzista dei paesi emergenti, è stato ritirato dopo qualche giorno. “Il video non voleva assolutamente essere razzista e naturalmente ci dispiace che possa essere stato percepito come tale. A causa di questa controversia abbiamo deciso di interrompere immediatamente la campagna e di ritirare il filmato”, si è scusato in un comunicato Stefano Sannino, direttore generale della DG Allargamento.

“In realtà”, commentano sul loro blog i corrispondenti del Wall Street Journal a Bruxelles, sembra piuttosto che sia successo quello che accade quando un’idea non male — ’facciamo un film fico di arti marziali per far vedere ai giovani quanto è brava l’Ue’ — passa attraverso l’interminabile trafila delle commissioni e dei pareri interni. Forse avrebbero fatto meglio a rimanere fedeli agli spot come questo: è difficile sbagliare con delle belle immagini al rallenty del continente, sia che si tratti della nuova sia che si tratti della vecchia Europa”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it