05 giugno 2012 11:32

Una volta, fino a pochi anni fa, le scommesse erano rigidamente controllate da regole e leggi, e in molti paesi erano gestite direttamente dallo stato. Si poteva scommettere su pochi eventi e solo prima del loro inizio. Chi voleva fare scommesse di altro tipo doveva rivolgersi ai sistemi illegali (per esempio, in Italia, al totonero). Poi sono arrivati la globalizzazione, internet, le carte di credito, le scommesse online, la banda larga, lo streaming, i computer portatili, gli smartphone. Ora tutti possono scommettere su tutto, in qualunque momento e con metodi presi dal mondo della finanza: per esempio su quanti calci d’angolo ci saranno nel primo tempo di una partita, o su quanto manca al prossimo gol o al prossimo tiro in porta. E si può scommettere sia sulla vittoria sia sulla sconfitta e a partita e già cominciata, in tempo reale.

Questo nuovo mondo ha creato infinite possibilità di corruzione, combines, guadagni illeciti. Non è più necessario truccare un’intera partita o il risultato finale. Può bastare un alto numero di gol (il famoso over che domina lo scandalo italiano in questo momento), un rigore parato o segnato, oppure un calcio d’angolo al momento giusto. Gli scommettitori possono essere in qualsiasi parte del mondo e non devono rischiare molti soldi. Questo è un problema non solo per il calcio, ma per molti altri sport.

Anche il cricket, per esempio, è stato messo in crisi dalle combines e le scommesse. Nel 2000 il capitano del Sudafrica, Hansie Cronje, è stato radiato dopo che era stata scoperta una rete di partite decise a tavolino. Molti giocatori di cricket sono stati coinvolti in scandali simili negli ultimi dieci anni. L’anno scorso tre giocatori del Pakistan sono finiti in carcere in Inghilterra dopo aver accettato dei soldi per truccare delle partite da parte di una giornalista che si fingeva una scommettitrice.

E si potrebbero fare molti altri esempi. Quando si è legalizzata la possibilità di scommettere sulle sconfitte, nel mondo dell’ippica sono cominciate a succedere delle cose strane, come fantini che cadevano da cavallo apparentemente senza nessuna ragione. Poi si è scoperto che avevano preso dei soldi per perdere e stavano rischiando di vincere lo stesso!

Il problema delle scommesse nello sport non è una questione solo italiana, o un problema legato solo al calcio. È globale. Cosa si può fare per affrontarlo? Ben poco.

Tutti gli sport cercano disperatamente di combattere il giro d’affari illegali intorno alle scommesse. Ma è molto, molto difficile fare qualcosa. Però, con sistemi sofisticati, si possono scoprire i movimenti di denaro sospetti e indagare. Non è facile, ma con un po’ di volontà qualche risultato si può ottenere. E credo che i magistrati di Cremona e di Bari stanno mostrando al mondo come fermare questo cancro che sta rovinando lo sport.

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