26 giugno 2015 17:53

Contagious

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Cos’è uno zombi? A un certo punto guardando Contagious. Epidemia mortale di Henry Hobson viene da chiedersi: è un film di zombi? Non c’è una risposta esatta, naturalmente. Tecnicamente no. Non c’entra niente il voodoo e i morti non risorgono dalle tombe. Però è vero che quando un essere umano, profondamente minato nel fisico, si aggira alla ricerca disperata di un essere vivente di cui cibarsi, a definirlo zombi non si sbaglia poi troppo. Tra l’altro, ormai, siamo abituati a infinite variazioni sul tema (uno zombi può essere anche il tuo migliore amico, incatenato a una PlayStation, come in Shaun of the dead) e all’evoluzione degli zombi stessi (quando in Land of the dead di George Romero uno zombi intuisce di non poter annegare perché è già morto, assistiamo a un epocale passaggio evolutivo, tipo il primate con l’osso in 2001).

In Contagious si parla di persone che, per colpa di un virus, si “zombificano”, cioè diventano zombi: il loro corpo si deteriora, gli occhi diventano bianchi (a che vi fa pensare?) e la coscienza è completamente annullata da una fame atavica che le spinge a cercare di addentare il primo essere umano sano a portata di mano. Arnold Schwarzenegger è Wade, un contadino di un Midwest evidentemente devastato da una piaga, che ritrova la figlia Maggie (Abigail Breslin), fuggita di casa dopo essere stata infettata. Il virus e l’epidemia fanno pensare a 28 giorni dopo, di Danny Boyle. Ma in quel film tra contagio e trasformazione passavano pochi secondi. Qui invece ci vuole qualche settimana. Così le autorità riconsegnano Maggie al padre con l’idea che quando gli effetti del morbo cominceranno a farsi evidenti la ragazza dovrà andare in quarantena. Dopodiché assistiamo alla lenta trasformazione di Maggie in uno zombi, al dramma di Wade che spera di salvare la figlia rimanendo solo contro tutti, alla deriva sociale e umana di una specie alla resa dei conti con la natura… La regia e la sceneggiatura sono molto intelligenti così come Schwarzenegger, che si rimette (ancora una volta) in gioco.

Ted 2

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Non siamo riusciti a chiarire del tutto cosa sia uno zombi. Ma in Ted 2 di Seth MacFarlane (che nella versione originale dà anche la voce al pupazzo) le cose si complicano. Ted, come orsetto di pezza (inanimato) che ha preso vita forse potrebbe rientrare nella categoria zombi. Ma il problema che si pone qui è un altro: cos’è un essere umano? O meglio, cosa determina l’umanità di un essere… Il tutto si discute nel tribunale a cui l’orsacchiotto si rivolge nel momento in cui viene negato a lui e alla moglie (umana) il diritto di adottare un bambino. Le implicazioni (demenziali) della cosa sono tante, così come sono una vagonata le battute e i riferimenti alla cultura pop e le battute e le gag politicamente scorrette. Chi ha visto il primo capitolo sa più o meno cosa aspettarsi.

Big game

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Nella commedia immobiliare Ruth & Alex di Richard Loncraine, Morgan Freeman e Diane Keaton si lasciano convincere a vendere la casa di Brooklyn dove vivono da quarant’anni. Freeman aveva interpretato un presidente degli Stati Uniti (il primo con l’orecchino, vanta Freeman). In Big game. Caccia al presidente, il presidente è invece Samuel L. Jackson: mentre viaggia sull’Air force one si deve lanciare con la capsula di salvataggio. Finisce in una foresta dove viene braccato dai complottardi che lo vogliono morto e trova un insolito alleato in un ragazzino finlandese (probabilmente parente di Katniss Everdeen).

Napolislam

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In uscita anche Napolislam di Ernesto Pagano, Crushed lives. Il sesso dopo i figli (più che il quasi drammatico titolo in inglese vale il triste sottotitolo in italiano), Violette di Martin Provost sul legame tra Violette Leduc e Simone de Beauvoir e il documentario su Scientology di Alex Gibney Going clear.

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