Cari lettori, mentre ero in vacanza, due ottime penne hanno risposto in mia vece alla rubrica di posta di Savage Love, e vorrei condividere con voi alcune delle loro risposte. Il primo è Daniel Bergner, premiato autore di quattro libri di saggistica tra cui

What do women want? Adventures in the science of female desire, che secondo Salon “dovrebbe essere letto da ogni donna che vive sulla Terra”.


Mi sono dichiarata gay cinque anni fa, mentre ero sposata (sono una donna che non ama la parola lesbica). Vorrei avere relazioni con donne, sposarmi, eccetera eccetera, solo che da quando ho divorziato non mi è ancora capitato di frequentare nessuno. Però sono pronta a partire. Ho cominciato da Craigslist, nella sezione annunci “donne che cercano donne”, poi sono passata a “uomini che cercano donne” perché volevo realizzare una fantasia di *pegging (termine coniato nella rubrica Savage Love per definire una donna che penetra un uomo con un dildo indossabile). *

*Mentre trovavo il coraggio di rispondere all’annuncio di un uomo – e poi di scrivere a un perfetto sconosciuto via mail e sms che mi stavo masturbando – ho pensato di proporre una mia fantasia: fare sesso con uno sconosciuto simulando una situazione di stalking. Gli ho chiesto se potevamo prima incontrarci senza davvero incontrarci: andare in un bar, sederci uno da una parte e uno dall’altra e flirtare via sms. Se la cosa avesse funzionato, lui doveva seguirmi fino a casa come uno stalker, entrare a forza, maltrattarmi un po’, scoparmi e poi andarsene. *

Per lui era un po’ troppo. Il che va benissimo. Di uomini ce ne sono tanti. Personalmente non la considero una fantasia di stupro. Lo stupro NON È una cosa che mi eccita. Sono stata stuprata, e la ricordo come l’esperienza peggiore della mia vita. In questo caso si tratterebbe di sesso tra persone consenzienti. Non voglio che ci si incontri direttamente, perché lui deve rimanere un estraneo. Voglio che sia una cosa sicura, per cui ci sarebbe una parola di sicurezza che dica quando fermare le cose. Mi piacerebbe anche parlare di questa cosa con il mio psicologo, che vedo da anni, perché sono stata violentata da mio padre, da mio cugino e dal fidanzato di mia madre. Per me la paura di essere stuprata è un’ossessione così costante da aver ridotto la mia capacità di godermi le cose. Forse realizzando questa fantasia riuscirò ad affrontare la paura e a smettere di esserne schiava. E poi è un’idea che mi eccita moltissimo. Le mie domande sono: è possibile farlo in modo sicuro? È una cosa sana? Rimango gay anche se realizzo qualche fantasia un po’ insolita con degli uomini?

–Not Wanting Rape

Allora, di questa cosa non hai parlato con il tuo psicologo, però cerchi consigli in rete, ti dichiari gay ma vuoi inaugurare la tua vita sessuale postdivorzio cercando sesso con uomini, vorresti che tutto cominciasse con un incontro che incontro non è e vuoi essere pedinata, maltrattata e scopata da un estraneo secondo una modalità solo minimamente legata (e in modo costruttivo) al fatto che hai subìto uno stupro e, prima ancora, gli abusi sessuali di una squadra d’assalto di parenti. Visto che la tua lettera è così piena di paradossi, posso risponderti in modo paradossale? Le tue fantasie sono assolutamente arrapanti e non hanno nulla di vergognoso, ma al tempo stesso gridano: “Rallenta e parlane con un professionista serio”!

Riconosci il meccanismo, NWR? Tutto quello che vuoi, tutto ciò per cui provi desiderio, al tempo stesso è, in un modo o nell’altro, evitato o quasi negato. E tu non ne sei del tutto inconsapevole. I nessi riesci a individuarli. Tuo padre, tuo cugino, il fidanzato di tua madre, hanno tutti in qualche modo agito sul nucleo della tua psiche, dove risiede l’eros, gettando probabilmente le fondamenta dei desideri che nutri ora. Questo non vuol dire che le tue fantasie siano strane (le fantasie di stupro – chiamiamole così – sono tra le situazioni più comuni che le donne immaginano masturbandosi o facendo sesso), ma vuole certamente dire che prima di correre rischi concreti dovresti avviare una riflessione più profonda.

Perché quello che percepisco io è un calor bianco, un turbinio di confusione, nonché la speranza illusoria che tu sia in grado di controllare adeguatamente le forze che ti prepari a scatenare. “Ci sarebbe una parola di sicurezza”: non è detto che funzioni, NWR. Non sempre un perfetto sconosciuto con il quale ti sei appena vista, hai scambiato qualche messaggio, e a cui hai chiesto di maltrattarti, presterà attenzione alle parole.
 Posso sembrarti moralista e guastafeste, ma non lo sono. Non ho il minimo dubbio che tu sia in grado di realizzare una qualche versione di quello che desideri – con un minimo di sicurezza – una volta che avrai le idee un po’ più chiare. Sono assolutamente favorevole all’idea di cogliere l’estasi che può offrirti il presente esorcizzando gli orrori del tuo passato. Ti sto solo dicendo di farlo quando ti conoscerai un po’ meglio. Con le idee un po’ più chiare, saprai valutare con più precisione chi sia il “non stupratore” giusto, quello disposto a rispettare il tuo copione.

Venendo all’ultima delle tue domande – “Rimango gay?” – cerchiamo di abbandonare le categorie. La complessità degli esseri umani è superiore a qualunque confine. Se tu sei attratta da entrambi i sessi – e praticamente ogni studio che mi sia capitato di consultare nel corso degli ultimi otto anni passati a scrivere di desiderio lascia intendere che spesso per le donne sia così – considerati fortunata. Hai un ventaglio di possibilità invidiabile.

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