Riprendono i colloqui tra le parti nello Yemen

L’inviato delle Nazioni Unite è andato nel paese per condurre le consultazioni con le diverse fazioni politiche e cercare una via d’uscita dalla crisi

L’Onu lancia l’allarme sullo Yemen

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha lanciato un allarme sulla crisi politica nello Yemen, dopo che il 6 febbraio i ribelli sciiti houthi hanno preso il potere e sciolto il parlamento del paese. Leggi

Il leader dei ribelli houthi a favore della pace nello Yemen 

Abdul Malik al Houthi, il leader dei ribelli houthi che hanno preso il controllo del governo yemenita a Sanaa, ha dichiarato che “riportare la stabilità nel paese è nell’interesse di tutti”. “Ogni tentativo di creare caos o danneggiare il paese avrà delle ripercussioni”, ha aggiunto nel suo discorso trasmesso alla televisione di stato. Reuters

Una soluzione per la crisi dello Yemen

L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Jamal Benomar, ha annunciato che tutte le fazioni politiche del paese hanno accettato di riprendere il dialogo lunedì 9 febbraio per trovare una soluzione alla crisi del paese.

Benomar ha specificato che alle discussioni parteciperà anche Abdel Malek al Houthi, il capo dei ribelli sciiti che il 6 febbraio hanno condotto un colpo di stato e hanno formato un consiglio presidenziale. Benomar era tornato oggi a Sanaa per condurre i colloqui con le varie parti, dopo le consultazioni con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon in Arabia Saudita. Afp

L’inviato dell’Onu nello Yemen per trovare una soluzione alla crisi

L’inviato delle Nazioni Unite nello Yemen è tornato a Sanaa per portare avanti i colloqui con le varie fazioni politiche e trovare una soluzione alla crisi del paese. Jamal Benomar la settimana scorsa aveva lasciato lo Yemen per l’Arabia Saudita, dove si ritiene abbia avuto delle consultazioni con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, in visita nel regno.

In una conferenza stampa a Riyadh, Ban Ki-moon ha auspicato una transizione di poteri pacifica nello Yemen, dopo il colpo di stato dei ribelli houthi del 6 febbraio. La presa di potere dei ribelli è stata condannata anche da un gruppo di sei paesi arabi, guidato da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Al Jazeera, Reuters

I ribelli houthi si dicono pronti ad alleanze politiche

Nello Yemen i ribelli sciiti houthi hanno dichiarato che sono disponibili a lavorare insieme ad altre formazioni politiche. Il leader dei ribelli, Abdul Malik al Houthi, ha detto: “Noi tendiamo la mano a tutte le forze politiche. C’è spazio per la collaborazione e la fratellanza”.

Abdul Malik al Houthi ha definito il colpo di stato del 6 febbraio, e il conseguente scioglimento del parlamento, “un passo storico, necessario e importante” per il futuro dello Yemen. Bbc

Proteste nello Yemen dopo il colpo di stato dei ribelli houthi

Migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la decisione dei ribelli sciiti houthi di prendere la guida del governo dello Yemen, sciogliendo il parlamento e formando un nuovo consiglio che assumerà le funzioni del presidente. Ci sono state manifestazioni nella capitale Sanaa, ma anche a Taiz, Hudaida e altre città.

Subito dopo l’annuncio degli houthi c’è stata un’esplosione provocata da una bomba artigianale fuori dal palazzo presidenziale, occupato dai ribelli. Un poliziotto e un civile sono rimasti feriti, secondo i testimoni. I ribelli houthi hanno sparato dei colpi d’avvertimento per disperdere un’altra manifestazione all’università di Sanaa. Sei persone sono state arrestate. Al Jazeera

Nello Yemen i ribelli houthi annunciano la formazione di un consiglio presidenziale

Nello Yemen i ribelli sciiti houthi hanno annunciato la formazione di un nuovo consiglio che assumerà le funzioni del presidente, attraverso una “dichiarazione costituzionale”. Questa decisione segna l’acquisizione formale del governo del paese da parte dei ribelli che controllano gran parte della capitale e delle zone settentrionali del paese.

Le Nazioni Unite non riconoscono la decisione dei ribelli e l’hanno definita “unilaterale”.

I ribelli houthi hanno occupato la capitale Sanaa nel settembre dello scorso anno, il 22 gennaio del 2015 hanno occupato il palazzo presidenziale e gli edifici governativi e hanno spinto il presidente Abd Rabbu Mansour Hadi e il premier a dare le dimissioni. Il presidente e il governo sono agli arresti domiciliari. Al Jazeera

Nello Yemen i ribelli houthi hanno annunciato lo scioglimento del parlamento e la formazione di un consiglio che assumerà le funzione del presidente. Afp

Nello Yemen i ribelli houthi hanno annunciato lo scioglimento del parlamento e la formazione di un consiglio che assumerà le funzioni del presidente. Afp

Le fazioni dello Yemen decidono di formare un consiglio presidenziale ad interim

Le principali formazioni politiche dello Yemen hanno trovato un accordo per creare un consiglio presidenziale ad interim della durata massima di un anno per gestire la crisi del paese. Il movimento degli houthi, che occupa la capitale Sanaa da settembre, aveva dato tempo ai vari raggruppamenti fino al 4 febbraio per arrivare a un accordo che faccia uscire il paese dallo stallo in cui si trova da quando il presidente e il governo si sono dimessi, il 22 gennaio.

Durante i negoziati a Sanaa, i delegati di nove partiti e gruppi hanno deciso di creare un consiglio presidenziale composto da nove persone e guidato da Ali Nasser Mohammed, un ex presidente dello Yemen del Sud prima dell’unione con il nord nel 1990. L’accordo non è ancora stato finalizzato e le consultazioni con l’ex presidente sono in corso. Reuters

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