La normativa sul libero scambio è legge negli Stati Uniti dopo la firma di Barack Obama

Il provvedimento concede al presidente di velocizzare l’approvazione dei trattati. Il congresso potrà votare a favore o contro, ma non avrà il potere di modificarne il testo

Barack Obama firma la normativa sul libero scambio 

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha firmato la legge per consentire di velocizzare l’approvazione dei trattati, approvata dal senato il 25 giugno. La Trade promotion authority, conosciuta come fast track, consentirà al presidente di approvare accordi commerciali e il congresso potrà solo votare il testo finale senza modificarlo.

Obama ha però sottolineato che bisognerà ancora affrontare una battaglia per finalizzare l’accordo di libero scambio con dodici paesi del Pacifico, il cosiddetto Trans-pacific partnership (Tpp), il cui esito era legato all’approvazione della legge. Una fonte vicina ai negoziati ha detto in condizione di anonimato che un incontro per finalizzare il Tpp è fissato per l’ultima settimana di luglio, ma la notizia non è stata ufficialmente confermata.

Il senato degli Stati Uniti approva la normativa sul libero scambio

La legge per consentire di velocizzare l’approvazione dei trattati, voluta dall’amministrazione del presidente Barack Obama, è stata approvata dal senato degli Stati Uniti. La Trade promotion authority, conosciuta come fast track, consentirà al presidente di approvare accordi commerciali e il congresso potrà solo votare il testo finale senza modificarlo. È considerata fondamentale per l’esito del Trans-pacific partnership (Tpp), l’accordo di libero scambio con dodici paesi del Pacifico. I voti a favore del disegno di legge sono stati sessanta e i contrari 38. L’approvazione è stata possibile grazie a una collaborazione tra democratici e repubblicani. La legge ora deve essere firmata da Obama.

La camera dei rappresentanti ha bocciato il disegno di legge il 12 giugno, votando contro un provvedimento sull’assistenza e la formazione ai lavoratori, posto come condizione per il via libera al fast track. Una versione modificata, che non comprendeva la misura, è stata approvata il 18 giugno, con dieci voti di scarto: 218 a favore e 208 contrari. Il provvedimento ha scatenato un forte dibattito tra i parlamentari. Molti democratici, vicini ai sindacati, sono convinti che una nuova apertura delle frontiere possa portare alla chiusura delle aziende nel loro territorio.

I democratici bocciano la normativa di Obama sul libero scambio

La camera dei rappresentanti ha approvato la normativa per velocizzare l’approvazione dei trattati con 219 voti a favore e 211 contrari. Il voto però è solo simbolico e per ora la normativa non diventerà legge, poiché in precedenza era stato bocciato un provvedimento posto come condizione dai democratici per dare il via libera al cosiddetto fast track, la legge per consentire al presidente di approvare accordi commerciali con altri paesi senza passare per il congresso.

Contro il Trade adjustment assistence (Taa) hanno votato 302 deputati, mentre i voti a favore sono stati 126. Il documento avrebbe consentito di dare assistenza e offrire formazione ai lavoratori che perderanno il posto una volta approvato il Trans-pacific partnership (Tpp), l’accordo di libero scambio con dodici paesi del Pacifico. Nonostante il voto contrario, i sostenitori del fast track hanno deciso di procedere comunque con la votazione, anche se non avrà validità, per testare l’umore dell’aula.

La Trade promotion authority (Tpa) avrebbe consentito a Obama di velocizzare l’approvazione dei trattati. Prima del voto il presidente era andato a Capitol hill per convincere gli esponenti del suo partito a non ostacolare il provvedimento. Ma molti democratici sono convinti che una nuova apertura delle frontiere possa portare alla chiusura delle aziende nel loro territorio.

Il provvedimento ha scatenato un forte dibattito tra i parlamentari. Il 22 maggio il senato a maggioranza repubblicana aveva approvato la procedura, ma il parere contrario della camera costringerà i parlamentari a rivedere la loro strategia, prima di ripresentare eventualmente il tema all’ordine del giorno.

La bocciatura è un duro colpo per Obama, che ha fatto del libero scambio la priorità economica della fine del suo mandato. Dal 1979 il congresso ha approvato quindici accordi commerciali grazie a una procedura simile. Anche quello con l’Unione europea (Transatlantic trade and investment partnership o Ttip) dovrebbe beneficiare di questa procedura.

Obama alla camera prima del voto sulla corsia preferenziale per i trattati

Il piano del presidente statunitense Barack Obama per aumentare il suo potere negoziale sui trattati commerciali internazionali si trova a un bivio cruciale: la camera dei rappresentanti è chiamata a esprimersi sulla Trade promotion authority (o Tpa) già approvata dal senato, per consentire al presidente di velocizzare l’approvazione dei trattati. In virtù di una corsia preferenziale, il cosiddetto fast track, il presidente potrà sottoporre direttamente al congresso accordi dettagliati, ma non emendabili, perché siano approvati o respinti in tempi brevissimi.

In questo modo, Obama spera di fare avanzare molto velocemente alcuni accordi commerciali fondamentali per il suo programma politico, tra i trattati più ambiziosi dai tempi dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (o Nafta) degli anni novanta. Il provvedimento riguarda, tra l’altro, l’accordo di libero scambio stretto da Obama con dodici nazioni del Pacifico (il cosiddetto Trans-pacific partnership, Tpp) e quello con l’Unione europea (Transatlantic trade and investment partnership o Ttip). Per fare pressione sui deputati democratici, il presidente è andato a Capitol Hill per convincere i membri del suo partito a non ostacolare il provvedimento, ampiamente sostenuto dai repubblicani. La riunione a porte chiuse, a cui partecipava anche la capogruppo Nancy Pelosi è durata 35 minuti.

Rinviato il primo voto sull’accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti

Il parlamento europeo ha rinviato il primo voto sull’accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea (Ttip). Secondo il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, il voto è stato spostato per l’eccessivo numero di emendamenti presentati (più di duecento).

Il trattato prevede la soppressione delle barriere doganali e normative per integrare i due mercati, rimuovendo le barriere legate alle differenze di regolamenti e procedure di omologazione applicati ai prodotti. Ma secondo i suoi oppositori, causerà una mancanza di regole generalizzata e un controllo sempre minore da parte dei governi.

I partiti europei sembravano vicini a un compromesso, ma il partito socialista resta contrario a uno dei punti più controversi del trattato, la cosiddetta “risoluzione delle controversie tra investitore e stato”. Questo aspetto del Ttip permetterebbe alle aziende di fare causa ai governi citandoli davanti a un collegio arbitrale di avvocati esperti di diritto societario.

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