31 agosto 2012 15:57

(Austin Conroy, Matador records)

Cat Power non dimostra certo quarant’anni. Con quei capelli corti e lo sguardo fiero, sembra una ragazzina. Eppure nella sua carriera di cantautrice ne ha combinate parecchie, abbandonandosi spesso al suo lato oscuro.

Le ultime notizie sul suo conto parlavano di bancarotta, pignoramento della casa e tour cancellati. Poi, come già ha fatto più di una volta, è risorta dalle proprie ceneri. E così eccola, con un disco nuovo di zecca che suona come nessun altro nella sua carriera. Si intitola Sun ed è pieno zeppo di sintetizzatori. Altro che chitarre indie e ballate soul.

Sun, che miss Charlyn Marie Marshall ha voluto produrre da sola, è stato mixato da Philippe Zdar, che ha già lavorato con [Phoenix][1], Chromeo e [Beastie Boys][2]. E non è un caso. Le nuove canzoni, scritte tra Malibu, Silver Lake e Miami, hanno un’anima sintetica, che pesca dal pop dei Depeche Mode e anche dalla musica dance.

Il disco uscirà nei negozi il 4 settembre, ma un provvidenziale[ streaming sul sito del Guardian][3] ci permette di ascoltarlo già in questi giorni.

Per capire questo album, bisogna partire dal singolo di lancio. Ruin è un pezzo che non mi sarei mai aspettato da Cat Power, che mi ha sorpreso (in positivo) fin dal primo ascolto. Con quel basso in primo piano e la chitarra funk in sottofondo sembra una canzone dei già citati Phoenix. Ogni tanto è bello essere spiazzati.

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Ma di cose inaspettate in Sun ce ne sono un po’ ovunque. A parte la traccia di apertura Cherokee, che conserva lo stile del passato, gli altri brani si muovono in territori nuovi. Il numero electrosoul di 3,6,9 ne è un esempio. La ballata elettronica Manhattan, l’episodio migliore dopo Ruin, si concede un po’ di malinconia. Ma ha tanta, tanta classe.

Sul finale il disco cala un po’. Il pezzo alla Stones di Silent machine promette bene ma colpisce a vuoto, mentre Nothing but time, che cita Heroes di Bowie, la tira un po’ troppo per le lunghe. Curioso il finale, con il vocione dell’ospite d’onore Iggy Pop.

Insomma Sun è un successo, ma a metà. È bello sapere che Cat Power è di nuovo tra noi e che ha ancora (tanta) voglia di mettersi in gioco. Non tutte queste gemme pop sono riuscite, anche se siamo comunque abbondantemente sopra la media. Sono curioso di sentire come suonerà questo disco dal vivo.

Per chiudere, visto che parliamo di una brava cantautrice, vi lascio con una lista di cinque sue illustri colleghe. Per limitare l’elenco, ho scelto di non andare troppo indietro nel tempo. Al solito, si accettano suggerimenti.

Feist

St. Vincent

Joan As Police Woman

Fever Ray

Joanna Newsom

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