20 giugno 2014 18:23

Profughi interni sudsudanesi nel campo di Mingkaman il 24 marzo 2014. (Kate Holt, Unicef/Reuters/Contrasto)

Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale il numero dei rifugiati, dei profughi e dei richiedenti asilo ha superato i 50 milioni di persone. Secondo il rapporto annuale pubblicato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) il 20 giugno in occasione della giornata mondiale dei rifugiati, alla fine del 2013 erano infatti 51,2 milioni le persone costrette ad abbandonare le proprie case, sei milioni più dell’anno prima.

L’incremento è dovuto principalmente alla guerra in Siria, che ha fatto 2,5 milioni di profughi e altri 6,5 milioni di profughi interni. Altre crisi decisive nell’esodo delle popolazioni sono state quelle della Repubblica Centrafricana e del Sud Sudan.

La cifra comprende 16,7 milioni di rifugiati, 33,3 milioni di persone costrette a spostarsi all’interno del proprio paese e 1,2 milioni di richiedenti asilo.

Dove sono questi migranti forzati? La maggior parte di loro è in Pakistan: 1,6 milioni, ma il paese con la maggior percentuale di profughi è il Libano, dove lo è quasi un abitante su cinque.

Tra i motivi di preoccupazione da parte delle Nazioni Unite ci sono sia il numero delle persone rifugiate da anni, se non da decenni, sia l’età delle persone costrette alla fuga: metà sono bambini.

Sempre in occasione della giornata mondiale dei rifugiati, Save the children ha lanciato sui social network l’iniziativa “Il viaggio di Bereket”, il diario di un ragazzo eritreo di 15 anni diretto in Germania per costruirsi un futuro. Da solo, senza soldi e documenti, si sposta con mezzi di fortuna, raccontando il suo viaggio giorno per giorno su Facebook.

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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