06 aprile 2015 20:09
  1. “Iglesias declared that Podemos would take back power from self-serving elites and hand it over to the people. To do that, the new party needs votes. If that means arousing emotions and being accused of populism, so be it. And, as the party’s founders have already shown, if they have to renounce some of their ideas in order to broaden their appeal, or risk upsetting some in their grassroots movement by tightening central control, they are ready to do that, too. The aim, after all, is to win”. Giles Tremlett riassume in un lungo articolo per il Guardian la storia di Podemos e le sue potenzialità nel sistema politico spagnolo.
  2. “E dunque cosa c’è di vero in Capossela? Proprio il falso. Crederci per davvero a quella finzione”. Marco Rossari su Vinicio Capossela – e sul modo in cui il suo nuovo libro, Il paese dei coppoloni, ne illumina in pieno difetti e pregi.
  3. Messi e Rooney possono non essere le persone più brillanti o acute del mondo: ma possiedono un’intelligenza strategica e una memoria visuale che spiegano molte cose sul loro stile di gioco.
  4. La storia piuttosto incredibile di Matt Stopera di BuzzFeed: gli rubano il telefono a Manhattan, un anno dopo trova delle foto caricate sul suo iCloud, scopre che il telefono è in Cina e qualcuno lo sta usando, scrive un post al riguardo, e diventa improvvisamente famoso fra i cinesi.
  5. Su Aeon un interessante articolo sulla presenza degli automi nel medioevo e rinascimento occidentale, e la ricerca continua di cause soprannaturali per spiegarne il funzionamento.
  6. Massimo Mantellini ricostruisce la storia del dinosauro (la parte ondulata della stazione Termini a Roma) e la sua triste evoluzione nel tempo, fino a diventare “una metafora perfetta dei nostri tempi”.
  7. Secondo Colette Shade, l’Apple watch non fa altro che vendere un’idea del tempo diffusa da secoli, e resa sempre più estrema: un tempo che va spremuto fino in fondo, suddiviso e monitorato per essere efficienti e produttivi.
  8. “India is a vast country of more than 1 billion people. It hides hundreds, most likely thousands, of illegal sand mining operations. Corruption and violence will stymie many of even the best-intentioned attempts to crack down. At root, it’s an issue of supply and demand. The supply of sand that can be mined sustainably is finite. But the demand for it is not”. Wired racconta la guerra per la sabbia nel mondo e in particolare in India – dove cartelli criminali seminano terrore e morte per questo materiale a prima vista banalissimo, eppure essenziale per ogni attività di edilizia (e non solo).
  9. Fra le tante forme di diseguaglianza che affliggono la nostra società, ce n’è una piuttosto sottovalutata: quella del sonno. Su FastCompany, Ciara Byrne tratteggia il sistema “a caste” del sonno contemporaneo, la scarsità del riposo che affligge diversi lavoratori, e le conseguenze sul nostro corpo.
  10. E a proposito di diseguaglianza: c’è anche quella della morte. A New York se sei povero o solo, finisci sotterrato da detenuti pagati 50 centesimi all’ora, in una fossa comune a Hart Island.
  11. Luca De Biase tira le somme di un incontro fra Luca Sofri e Filippo Menczer sulla disinformazione sui social media, sottolineando un punto cruciale: “Le piattaforme per la circolazione dell’informazione del futuro dovranno avere nell’insieme forti incentivi a fare incontrare persone che non la pensano nello stesso modo e che sono premiate se portano all’attenzione degli altri informazioni documentate”.
  12. Linus ha compiuto cinquant’anni. Antonello Catacchio ne ricostruisce la storia sul Manifesto, mentre dall’11 aprile il museo milanese del fumetto Wow inaugurerà una mostra dedicata alla rivista.
  13. Affinità e divergenze fra il movimento Occupy Wall street e la sua più recente incarnazione a Hong Kong – più alcune note sulla specificità delle proteste in stile Occupy rispetto a quelle del decennio precedente.
  14. “Salimmo e ci trovammo davanti una distesa di chilometri di fiori di campo, nel mezzo di Manhattan”. Francesco Costa racconta come la High Line di New York è diventata quella che è adesso, passando dall’essere una cosa curiosa ma nota solo a pochissime persone (e agli esperti di botanica).
  15. E per finire, ventotto firme di monarchi inglesi ordinate da The Awl in base al loro fascino. (Anche se personalmente avrei messo al primo posto quella di Riccardo III).

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