Tra gli anni ottanta e i primi novanta le periferie italiane hanno ospitato enormi discoteche che sono state al centro della vita mondana.
Nate nel periodo del boom economico, erano ispirate al lusso e al divertimento e arredate con statue greche, finto marmo e sale futuristiche. Ma quando verso la metà degli anni novanta il centro delle città ha cominciato a riempirsi di piccoli bar e locali che proponevano concerti dal vivo e dj set, questi grandi spazi hanno perso ogni attrattiva.
Il progetto Paradise discotheque del fotografo torinese Antonio La Grotta (1971) ritrae alcuni di questi spazi, un tempo protagonisti della scena notturna italiana e oggi quasi completamente abbandonati e distrutti, o diventati rifugio per i senza fissa dimora.
Quasi tutte le discoteche fotografate da La Grotta sono state costruite negli anni ottanta, a eccezione del Woodpecker sorto negli anni sessanta su un progetto dell’architetto Filippo Monti.
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