Le proteste negli Stati Uniti

Notizie, immagini, tweet e video dalle città americane dove si manifesta contro la violenza della polizia. Le proteste sono cominciate il 26 maggio, il giorno dopo che George Floyd, un nero di 46 anni, è morto a Minneapolis durante un arresto. Derek Chauvin, il poliziotto che ne ha causato la morte tenendogli il ginocchio premuto sul collo per otto minuti, è accusato di omicidio.

NUOVE NOTIZIE
  • 03 Giu 2020 17.48

Alcuni politici repubblicani prendono le distanze da Donald Trump

Per la prima volta da quando è entrato alla Casa Bianca, Donald Trump si trova ad affrontare le critiche di alcuni politici del suo partito. Compresi alcuni di quelli che l’hanno sempre sostenuto durante il procedimento di impeachment che si è tenuto a inizio anno, alla fine del qualche il presidente è stato assolto dal senato.

Trump è stato criticato in particolare per la decisione di far disperdere con la forza i manifestanti pacifici per posare per una foto davanti a una chiesa di Washington, il 1 giugno, Ben Sasse, senatore del Nebraska, ha denunciato i saccheggi e le devastazioni ma ha aggiunto che “esiste un diritto costituzionale a protestare” e ha detto che la religione non va usata a fini politici.

Anche Tim Scott, l’unico afroamericano repubblicano al senato, ha denunciato la scelta di Trump. Mitch McConnell, leader della maggioranza al senato, ha detto che non si può negare “l’esistenza di un razzismo residuale negli Stati Uniti”, e ha aggiunto che la rabbia è comprensibile. Una tiepida critica per l’operazione della polizia a Washington è arrivata anche da Lindsey Graham, uno dei più fedeli alleati di Trump al senato.

Queste affermazioni si spiegano anche con il fatto che per mantenere la maggioranza al senato, alle elezioni di novembre, i repubblicani avranno bisogno anche dei voti degli elettori moderati in stati come Colorado, Arizona, North Carolina e Maine.

  • 03 Giu 2020 16.24

A Filadelfia rimossa la statua di un controverso ex capo della polizia

Nella notte del 2 giugno il sindaco di Filadelfia ha fatto rimuovere la statua di Frank Rizzo, una figura controversa della politica locale, finita al centro delle proteste degli ultimi giorni.

Rizzo, discendente di immigrati calabresi, fu capo della polizia dal 1967 al 1971 e sindaco dal 1972 al 1980. I suoi mandati furono segnati dagli attacchi contro i negozianti gay, contro chi era sospettato di far parte del partito delle Pantere nere e in generale da un politiche razziste nei confronti delle minoranza.

La statua, tre metri in bronzo, era stata eretta nel 1999. Il sindaco Jim Kenney, eletto con il Partito democratico, ha detto “sotto Rizzo la città ha vissuto uno dei periodi peggiori della sua storia”, e che c’è ancora da fare per cancellare la sua eredità.

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  • 03 Giu 2020 14.39

I dati che mostrano le violenze contro i neri di Minneapolis

“Per i neri di Minneapolis vedere la polizia usare la forza contro di loro, come nel caso di George Floyd, è un fatto molto comune”, scrive il New York times. Gli afroamericani costituiscono il 20 per cento della popolazione della città (430mila persone) ma sono il 60 per cento delle persone attaccate o intimidite dalla polizia.

Fonte: The New York Times.
Fonte: The New York Times.

I dati sono simili quando si prendono in considerazione le varie tecniche di arresto e intimidazione usate dai poliziotti: vedersi puntare un’arma addosso, subire l’uso di spray urticanti, di prese al collo, intimidazione con i cani, taser o immobilizzazioni a terra.

Fonte: The New York Times.

Dal 2015 ci sono stati 11.500 casi in cui documentati in cui la polizia ha usato la forza contro i cittadini, in più della metà dei casi (6.650) contro i neri. Contro i bianchi, che sono il 6o per cento della popolazione, è stata usata la forza 2.750 volte.

“Questi dati riflettono le disparità tra neri e bianchi in alcuni indicatori, come reddito, istruzione e disoccupazione”. Sulla New York Review of Books Hugh Eakin ha scritto: “Il reddito medio di una famiglia nera è meno della metà di quello di una famiglia bianca. Se tra i bianchi delle twin cities (Minneapolis and Saint Paul) la percentuale di chi ha una casa di proprietà è tra le più alte del paese (intorno al 75 per cento), tra i neri scende intorno al 23 per cento. E se lo stato ha nel complesso uno degli indici di scolarizzazione più alti degli Stati Uniti, deve anche fare i conti con uno dei maggiori divari tra bianchi e neri quanto a risultati scolastici”.

  • 03 Giu 2020 11.04

Chi sono le persone morte finora durante le proteste

Il Guardian ha raccolto le storie delle persone morte durante gli scontri con la polizia da quando sono cominciate le proteste, il 26 maggio.

David Dorn, afroamericano di 77 anni, capitano della polizia in pensione, è morto a St Louis, in Missouri, davanti a un banco dei pegni. Secondo le ricostruzioni, è stato ucciso dai colpi d’arma da fuoco sparati da persone che saccheggiavano il negozio.

David McAtee, ristoratore nero di 53 anni, è morto il 1 giugno a Louisville, in Kentucky. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato ucciso dai proiettili sparati dalla polizia. Il sindaco ha licenziato il capo della polizia dopo aver saputo che al momento della morte di McAtee le videocamere di tutti gli agenti coinvolti erano spenti. McAtee era molto apprezzato nella comunità perché offriva pranzi gratis ai poliziotti che si fermavano davanti al suo locale.

Dave Patrick Underwood, agente della polizia federale di 53 anni, stava sorvegliando un tribunale di Oakland, in California, quando gli hanno sparato addosso da una macchina. Un suo collega è rimasto ferito. Underwood era afroamericano. Non è chiaro se la sparatoria fosse legata alle proteste.

Chris Beaty, 38 anni, ex giocatore di football dell’Università dell’Indiana, è stato ucciso a Indianapolis durante le proteste, non è chiaro da chi. Nella stessa notte è morto anche un ragazzo di 18 anni.

A Davenport, nell’Iowa, la polizia sta indagando sulla morte di Italia Kelly, uccisa mentre lasciava una protesta che stava diventando violenta. Nello stesso luogo è morto un uomo durante uno scontro a fuoco.

Calvin L Horton, nero di 43 anni, è stata la prima persona a morire dopo l’inizio delle rivolte. È stato ucciso fuori da un banco dei pegni a Minneapolis. Il proprietario del negozio, un bianco, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso Horton.

A Detroit un uomo di 21 anni è rimasto ucciso quando alcune persone hanno sparato da una macchina durante le proteste.

A Chicago due persone sono state uccise durante le rivolte nel sobborgo di Cicero. Le circostanze degli omicidi non sono state ancora chiarite.

  • 03 Giu 2020 08.27

Ottavo giorno di manifestazioni negli Stati Uniti

Le proteste per la morte di George Floyd sono continuate fino a alla tarda sera del 2 giugno. In generale sono state più pacifiche rispetto ai giorni scorsi. Ecco cosa è successo nelle maggiori città (Fonti: New York Times, Los Angeles Times, Bbc).

Ad Atlanta la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla radunata vicino al Centennial Olympic Park. Dopo il coprifuoco, che comincia alle 21, alcune persone hanno sparato fuochi d’artificio in direzione della polizia, che ha risposto attaccandoli. Nel pomeriggio era arrivata la notizia che sei agenti sono stati arrestati per aver tirato fuori da una macchina due studenti neri usando un un taser.

A Los Angeles durante la sera e la notte ci sono state centinaia di arresti per la violazione del coprifuoco imposto in tutta la contea. Il sindaco Eric Garcetti si è unito ai manifestanti e si è inginocchiato, un gesto diventato un segno di dissenso negli ultimi anni. Da parte sua il capo della polizia di Los Angeles, Michael Moore, ha accusato i manifestanti di sfruttare la morte di George Floyd. C’è stata una dimostrazione pacifica anche ad Hollywood.

Migliaia di persone hanno marciato pacificamente per le strade di Portland. In segno di solidarietà verso Floyd, si sono distese a terra con le mani dietro la schiena.

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A Seattle la polizia ha sparato candelotti di gas lacrimogeni verso i manifestanti. Secondo i dimostranti e i giornalisti presenti le proteste erano state pacifiche.

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A New York dopo il coprifuoco, che comincia alle 20, ci sono stati scontri tra la polizia e un gruppo di adolescenti nel Bronx. Alcuni di loro sono stati arrestati. Ci sono state tensioni anche a Manhattan. Gli arresti in città sono finora circa 700, e il coprifuoco è stato esteso fino al 7 giugno.

A Washington, la capitale del paese, ci sono state ancora proteste pacifiche davanti alla Casa Bianca. A un certo punto alcuni manifestanti hanno lanciato bottiglie d’acqua contro i poliziotti e gli agenti del secret service, il servizio che si occupa della sicurezza del presidente. Il ministro della giustizia ha ordinato ai soldati della guardia nazionale di schierarsi sulla scalinata del Lincoln memorial.

Nella città dove tutto è cominciato, Minneapolis, migliaia di persone si sono radunate sul luogo dove è stato arrestato George Floyd, il 25 maggio.

A New Orleans i manifestanti hanno marciato per le strade della città, dove le dimostrazioni sono sempre rimaste pacifiche.

A Louisville, in Kentucky, dove si protesta per la morte di Breonna Taylor, una donna uccisa dalla polizia a marzo. In città qualche giorno fa un ristoratore è morto per un colpo d’arma da fuoco. Il 2 giugno il capo della polizia è stato licenziato dopo che si è scoperto che al momento della morte le telecamere sulle divise degli agenti erano spente.

A Houston un gruppo di persone ha manifestato pacificamente a cavallo per le strade del centro.

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