Dopo aver sviluppato un particolare genere di neo-neorealismo immersivo con due film innovativi e toccanti (Mediterranea e A Ciambra), il regista italoamericano Jonas Carpignano sfida i suoi limiti creativi con quello che lui stesso ha detto essere il capitolo finale di una trilogia ambientata a Gioia Tauro, città calabrese assediata da criminalità organizzata e crisi economica. Il film ruota intorno alla figura di Chiara, una ragazza di 15 anni che fa parte di una famiglia apparentemente felice e tranquilla. Poi però si scopre che suo padre ha dei segreti. Carpignano affina alcune tecniche già sperimentate. Lavora con un talento brillante e non “ammaestrato” (Swamy Rotolo) e lo circonda di familiari che interpretano loro stessi o personaggi inventati. A tratti il film sembra non all’altezza della sua stessa ambizione, ma l’intensità di Swamy Rotolo e la dedizione della storia al personaggio spazzano via ogni dubbio. Lee Marshall, Screen Daily

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Questo articolo è uscito sul numero 1430 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati